Cultura

IL SAN CARLO RITROVATO

GIANNI SPARTA' - 16/12/2022

C’è stato un tempo in cui la cultura del lascito solidale e della donazione liberale, in altre parole la cultura della bontà, ha fatto crescere gli ospedali pubblici, specialmente nella nostra Lombardia. Di questa miscela di responsabilità sociale e impegno sanitario c’è di nuovo bisogno. La nostra Fondazione lo ha sperimentato durante i mesi tragici della pandemia, ottenendo da oltre seimila donatori di cuore aiuti urgenti grazie ai quali sono state salvate vite. Una sorta di protezione civile ospedaliera nata dal basso.

Ma di questo stretto rapporto solidale tra le cittadinanze e i luoghi di cura è vivida testimonianza anche l’arte. Ecco il perché di questo progetto denominato CurArti.

Gianni Spartà con Gianni Bonelli direttore Asst Sette Laghi

Asst-Sette Laghi custodisce un piccolo grande tesoro di quadri, anche di altri oggetti di valore, che attraverso le vie misteriose della beneficenza sono arrivati negli ospedali. Si tratta di preziose testimonianze, come questo San Carlo che distribuisce elemosine a Milano, opera secentesca di Innocenzo Torriani, che Fondazione Circolo della Bontà ha inteso esporre, valorizzare, condividere.

Ci piace chiamarla la terapia della bellezza: quella diffusa quotidianamente nella hall dell’ospedale di Circolo dal pianoforte “Mi-Fa-Sol Bene”, l’abbiamo chiamato così, che tanti virtuosi musicisti, a volte medici e infermieri, suonano regalando sprazzi di svago e di speranza a pazienti e familiari. Oppure quella, imponente, che emana dal “San Sebastiano curato da Irene” riprodotto da Andrea Ravo, maestro dell’arte di strada, su una torre all’ingresso dell’ospedale di Circolo. Era un manufatto anonimo, adesso parla e la gente vi sosta accanto, a volte ricavandovi pensieri positivi.

Gabriella Mantovani restauratrice, Adriano Veronesi architetto progettista allestimento e Anna Maria Ferrari storica dell’arte

Prendersi cura dei luoghi in cui si viene curati. È un nostro impegno di volontariato che speriamo torni a rimettere gli ospedali al centro della vita sociale di Varese, Cittiglio, Luino, Tradate, Angera, Cuasso al monte dove la sanità del territorio ha i suoi fondamentali presidi.

Il “San Carlo” ripescato e restaurato ha comportato faticosa e profittevole collaborazione con la Sovrintendenza che ringraziamo, ma anche lo studio scrupoloso di una storica dell’arte, Anna Maria Ferrari, docente del liceo classico Cairoli, che ha ricostruito la provenienza e i significati, anche attuali, dell’opera: essa ritrae San Carlo nel periodo della peste a Milano, quella peste che ai giorni nostri si chiama Covid. Ferrari: “Non si poteva scegliere un quadro dal soggetto migliore”. L’architetto Adriano Veronesi ha curato pro bono il progetto della quinta sulla quale il dipinto è stato montato perché troneggiasse sul lato destro della hall frequentata ogni giorno da migliaia di persone.

Mentre gli addetti nei giorni scorsi montavano l’esposizione, una donna di mezza età seduta su una poltroncina commentava: “Guardo San Carlo e lo prego per mio marito ricoverato qui dentro”.

È il primo regalo che abbiamo ricevuto.

Gianni Spartà è presidente della Fondazione Circolo della Bontà