La famiglia e il lavoro sono due elementi profondamente connessi perché hanno alla loro radice non solo l’identità, ma anche la dignità della persona umana. Prima di tutto perché sono espressioni di un desiderio naturale, originario e sensibile, ma poi perché sono anche espressioni della libertà, di una scelta che tende sempre di più a realizzare una vocazione.
Se partiamo da questi presupposti non si può non sottolineare come la crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo rischi di diventare veramente non solo un grande ostacolo al benessere generale e ad una più equa distribuzione della ricchezza, ma anche e forse soprattutto un limite alle possibilità delle scelte personali e sociali, con la famiglia e il lavoro al primo posto.
La realtà italiana, sotto questo profilo, ha molti aspetti di drammaticità. Basti citare due dati: il tasso di crescita demografica più basso e il livello di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa. Due elementi strettamente collegati: la mancanza di un posto di lavoro o comunque una situazione di precariato che si protrae per tanti anni rendono impervia la scelta di “mettere su” famiglia e ancora di più quella di avere uno o più figli. Ma il collegamento è anche nella direzione opposta: la bassa crescita demografica infatti è un fattore di stagnazione economica, di scarsa propensione ai consumi e quindi di progressivo inaridirsi dei necessari stimoli alla dinamica dell’economia.
Siamo di fronte a dinamiche sociali che si sviluppano sui tempi lunghi, che provocano aggiustamenti progressivi nell’arco dei decenni e sulle quali quindi è difficile intervenire e vedere i frutti di eventuali nuove e diverse politiche. Resta il fatto che la dimensione della crisi va ben oltre i pur rilevanti aspetti economici perché, come detto, arriva a coinvolgere direttamente la libertà delle persone e la potenzialità di comportamenti che possano rispondere alla ricerca di una completezza umana.
In questo scenario la tematica del lavoro diventa fondamentale, una tematica che va affrontata tenendo conto dei grandi cambiamenti che stanno avvenendo sullo scenario globale dell’economia. E quindi guardando con fiducia alle possibilità di attuare politiche attive e costruttive sul fronte dell’occupazione e della crescita.
Nell’ambito dell’incontro mondiale delle famiglie una serie di eventi metteranno in luce, soprattutto attraverso esperienze dirette, le problematiche del lavoro nei suoi molteplici aspetti. Proprio a Varese si terrà nel pomeriggio di giovedì 31 maggio al Collegio De Filippi un incontro dal titolo “Le professioni indipendenti e la vita famigliare” nell’ambito di una serie di iniziative che nello stesso momento coinvolgeranno tutte le diocesi della Lombardia. E così, per esempio, a Milano si parlerà di “solidarietà per lo sviluppo”, a Brescia di “santità familiare nell’esperienza del lavoro”, a Bergamo di “progetti di vita dei giovani e il futuro del lavoro”, a Pavia del lavoro femminile, a Lodi delle famiglie impegnate in agricoltura.
Nell’incontro di Varese vi sarà una relazione introduttiva di Vera e Stefano Zamagni, tra i grandi esperti delle relazioni tra economia e società, seguita da testimonianze di Burkhard Leffers, già presidente europeo degli imprenditori cattolici, di Javier Zanetti, calciatore, di Pier Luigi Molla, il figlio della Santa Gianna Beretta Molla e della famiglia Scarpolini che porterà la sua capacità artistica.
L’obiettivo sarà quello di cogliere il lavoro, in questo caso soprattutto quello professionale e imprenditoriale, nei suoi aspetti più costruttivi, in tutte le sue dimensioni: alla guida di un’impresa come in una squadra di calcio. Per scoprire un lavoro che permetta alla persona la sua naturale dimensione creativa e insieme quelle relazioni sociali che possono moltiplicare gli effetti positivi dell’impegno di ciascuno.
L’incontro mondiale delle famiglie può essere proprio questo: una spinta decisa al riconoscimento della dignità di ogni persona, capace quindi di trovare nel lavoro l’affermazione della propria libertà e tanti passi avanti per una società più solidale.
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