Tra la speranza di un campionato di testa e la dura realtà della lotta per evitare la retrocessione la differenza non è di poco conto. Nel girone B della serie D, in cui figura il Città di Varese, è esattamente di 20 punti, la distanza che divide la capolista Lumezzane (33) dalla compagine biancorossa (solo 13 punti in 14 giornate).
Che cosa non ha funzionato, perché il Varese (come tutti lo chiamano per comodità) ha fallito clamorosamente?
Tutto probabilmente ha avuto inizio al termine dello scorso campionato, che i biancorossi avevano concluso in crescendo dopo il cambio di allenatore (Ezio Rossi aveva rassegnato le dimissioni, sostenendo di non riuscire più a gestire il gruppo di giocatori) e Gianluca Porro era stato promosso dal settore giovanile.
Con Porro in panchina il Varese aveva addirittura vinto i playoff, mostrandosi squadra vera e rivelando le qualità del tecnico alla prima esperienza a livello (semi)professionistico. In serie D, è però risaputo, vincere i playoff non è sinonimo di promozione, un premio che spetta soltanto alla prima classificata di ciascun girone al termine della stagione regolare.
Probabilmente, pur rinunciando a una bella fetta della rosa della scorsa stagione, a livello dirigenziale si è pensato di poter ripartire da dove il cammino si era così positivamente concluso. Un grave errore di valutazione che, unito a qualche errata considerazione a livello di mercato, non ha consentito di allestire una squadra all’altezza della situazione.
Dapprima si è pensato che a creare il problema fosse la relativa esperienza di Gianluca Porro, disposto comunque a rassegnare le dimissioni già dopo cinque giornate di campionato (con un bottino di 5 punti, frutto di una vittoria, 2 pareggi e altrettante sconfitte).
L’ingaggio di Luciano De Paola, 61 anni, tecnico di notevole esperienza, con un ventennio di panchine alle spalle, non ha tuttavia risolto la situazione: l’allenatore bresciano ha fatto persino peggio di Porro, racimolando soltanto 8 punti in 9 partite, compresa quella conclusa domenica scorsa in maniera più che rocambolesca e che ha consentito al Varese di piegare per 2-1 la Varesina nel derby con due reti realizzate al 92′ e al 94′. Da tre mesi, e cioè dalla prima giornata di campionato, i giocatori varesini non assaporavano il gusto dolce della vittoria davanti ai propri sempre più sparuti tifosi.
Il problema, dunque, non era Gianluca Porro e probabilmente non è Luciano De Paola, ma, molto banalmente, una squadra costruita male. Ed é da sottolineare che il mercato del Varese, sia nel 2021 sia nella scorsa estate, reca la firma della stessa persona: Alessandro Merlin.
Attualmente, con 13 punti, il Varese occupa la quint’ultima posizione in classifica; alle sue spalle ci sono soltanto Breno (9) e Suna (10), che al momento sarebbero retrocesse, poi Real Calepina e Caronnese (11); davanti ai biancorossi c’è il Desenzano (14), mentre il Seregno (16) è la prima squadra virtualmente salva, cioè fuori dai playout che, oltre alle ultime due della classifica, condanneranno altre due compagini alla retrocessione in Eccellenza.
Ora le speranze sono rivolte al mercato, che ha già condotto qualche nuovo giocatore in maglia biancorossa. Ma, come altre società che avevano sognato in grande e poi si accorgono di non poter vincere il campionato, anche il Varese ha già rinunciato a qualche giocatore importante per cercare di risparmiare qualche soldino da destinare magari al budget della prossima stagione (un nome per tutti, quello del capitano Di Sabato, un simbolo oltre che un ottimo centrocampista).
A proposito di budget, forse è il caso di ricordare che per figurare dignitosamente anche in serie D è necessario spendere qualche centinaio di migliaio di euro (per non dire della capolista Lumezzane che, per cercare di vincere, supera ampiamente il milione). E dietro il presidente Stefano Amirante e il vice Stefano Pertile c’è sempre quell’Antonio Rosati che ha legato il suo nome alla doppia promozione che nel 2010 riportò il Varese in serie B.
Vedremo se, al termine di questo maquillage, De Paola avrà per le mani un gruppo più forte, in grado quantomeno di evitare i playout (che attualmente, come abbiamo visto, distano tre punti), o se sino all’ultimo la squadra dovrà lottare per conquistare la permanenza nella categoria.
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