Faccio qui riferimento al rapporto State of Global Water Resources della Wmo, che fa il punto sulla disponibilità di acqua dolce in un clima che cambia.
Attualmente 3,6 miliardi di persone hanno un accesso inadeguato all’acqua per almeno un mese all’anno e si prevede che entro il 2050 diventeranno più di 5 miliardi Tra il 2001 e il 2018, il 74% di tutti i disastri naturali sono stati legati all’acqua, ma la Cop 27 si è solo limitata a citarla vagamente come problema, prima che come diritto.
Gli impatti del cambiamento climatico si fanno spesso sentire attraverso l’acqua – siccità più intense e frequenti, inondazioni più estreme, precipitazioni stagionali più irregolari e scioglimento accelerato dei ghiacciai – con effetti a cascata sulle economie, sugli ecosistemi e su tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Ma il problema della disponibilità di acqua dolce non è mai affrontato adeguatamente.
Nel 2021 ampie aree del pianeta hanno registrato condizioni più asciutte rispetto alla media del periodo di base idrologico di 30 anni. Solo circa un terzo delle aree analizzate è in linea con la media trentennale ed esente da manifestazioni di siccità. Etiopia, Kenya e Somalia stanno affrontando una siccità che dura da diversi anni consecutivi.
Oltre all’Amazzonia ed ai bacini del Nord America, compresi i bacini fluviali del Colorado, Missouri e Mississippi, l’Africa ha sofferto maggiormente, assieme alla Siberia
Inondazioni significative con numerose vittime sono state segnalate in Cina, nell’India settentrionale, nell’Europa occidentale e nei Paesi colpiti da cicloni tropicali, come il Mozambico, le Filippine e l’Indonesia.
Lo stoccaggio dell’acqua terrestre è stato classificato come inferiore al normale in ogni parte del globo, tranne che nel bacino amazzonico, nella parte settentrionale della Cina e nella regione dei Grandi Laghi.
Lo scioglimento della neve e del ghiaccio ha un impatto significativo in diverse aree tra le quali l’Alaska, la Patagonia e l’Himalaya e le Alpi.
Essendo la criosfera (ghiacciai, manto nevoso, calotte glaciali e permafrost) il più grande serbatoio naturale di acqua dolce al mondo, ne è interessata fortemente l’Europa e le nostre stesse abitazioni, per quanto riguarda la sicurezza alimentare, la salute umana, l’integrità e la manutenzione dell’ecosistema. I cambiamenti in corso causano anche pericoli come inondazioni fluviali, mareggiate e inondazioni improvvise dovute alle esplosioni dei laghi glaciali e alle innumerevoli frane che dilaniano il nostro Paese (v. la costa adriatica e Ischia)
Purtroppo, l’area mediterranea è soggetta a cambiamenti bruschi di temperature dell’acqua marina (innalzamento d’estate in particolare) ed al passaggio rapido di correnti fredde provenienti dal polo che causano le bombe d’acqua che riempiono giornalmente i nostri notiziari.
Vivendo nei nostri territori siamo molto stimolati al riconoscimento dei corpi idrici, spesso però vulnerati dall’inquinamento e dall’uso energetico ed industriale. Al contrario, dobbiamo abituarci a riconoscere che essi sono un sistema vivente dotato di energia e forza cinetica. Sono corsi d’acqua che continuamente si muovono in solchi del terreno diramandosi in una superficie radicante che delinea particolari filamenti nella geografia dei territori.
I corpi idrici sono vie, labirinti, concentrati di vite stanziali e migratorie rese possibili attraverso l’eterno moto di sé stessi. I corpi idrici si muovono sulla superficie della terra e, tendendo verso gli oceani, confluiscono e affluiscono tra loro formando altri piccoli e grandi corsi ed hanno un ruolo fondamentale negli equilibri della biodiversità.
Constano di una tale concentrazione e varietà di colori, luci, minerali, vegetali, animali, da definirli come tra i più complessi e rilevanti ambienti. Dopo essere stati nuvole, nebbie, piogge, si manifestano attraverso i cicli delle acque come sorgenti in qualche solco di roccia o terreno. I loro cicli non si possono fermare. Per questi motivi, al pari di altri organismi quali vegetali, animali e minerali meritano attenzione e tutela nel loro essere soggetti di diritto e al rispetto della loro storia e delle loro forme. Vivendoci accanto, spesso ce ne dimentichiamo e assistiamo insensibili al loro deterioramento.
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