La Pallacanestro Varese e i suoi tifosi stanno vivendo momenti di emozione e di esaltazione realmente travolgenti. I giocatori si dimostrano capaci di super prestazioni che alla fine della partita producono moltissimo in termine di punti realizzati. Siamo terzi in classifica e in grado così, con una tale posizione, di qualificarci per la coppa Italia, che non vinciamo da tanto tempo.
Era da anni (da quando ero alle elementari ovvero alle medie), solo con l’intermezzo annuale (campionato 2012-2013) da parte dei cosiddetti “Indimenticabili”, che non vedevo dei risultati della nostra squadra così convincenti e con ogni partita (dell’ultima cinquina vinta) conseguita con grande velocità e sempre combattendo vittoriosamente fino al suono della sirena finale.
Insomma fino all’ultimo. Ciò che fa più stupore è il fatto che non siano state trovate utili strategie per poter contrastare Varese da parte dagli allenatori delle squadre avversarie. Per arrivare a questo livello di forma fisica l’allenatore della Città Giardino ha detto che la squadra ha lavorato con grande intensità. Questo ha dato fiducia al team che ha imparato a gestire la partita nei momenti chiave senza venir scippata all’ultimo dagli avversari (come è capitato nelle prime due partite perse).
È tutto merito del nuovo allenatore americano Matt Brase che aveva avuto incarichi solo di secondo piano nella NBA. Da semplice tifoso, quale sono io, che non conosco i risultati dello sport oltre oceano, lo guardavo (lo ammetto) con qualche diffidenza.
Una qualche sicurezza me la dava l’amministratore delegato pluriolimpionico Scola, che aveva direttamente costruito la squadra. Dopo le partite del pre-campionato, che avevano visto Varese troneggiare vittoriosamente solo poche volte e dopo le prime due sconfitte in campionato maturate sempre dopo grandi vantaggi ottenuti nei primi tempi, ero portato a credere nella inadeguatezza dei giocatori scelti dalla Pallacanestro Varese di praticare la pallacanestro divertente delle università americane.
Invece no. Ho sbagliato totalmente a non credere nella innovatività di una pallacanestro molto veloce e che in ogni partita un giocatore diverso fosse capace di essere top scorer. È impraticabile così marcare con raddoppi di marcatura un solo giocatore: se lo fai ce n’è un altro che segna. Tutti i biancorossi possono essere top scorer. Questo era, anche solo lo scorso anno, assolutamente impensabile. Ora invece è una realtà.
Il gioco è così convincente che ci sono due giocatori convocati nella Nazionale dal basket guidata dall’indimenticabile Gianmarco Pozzecco: il napoletano Guglielmo Caruso e il bolognese Tomas Woldetensae.
Ora la prova della verità. A Varese arriverà la capolista Virtus Bologna: si deve fare tifo forte, forte a tal punto da permettere al sogno bosino di continuare.
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