Il 26 Novembre anche a Varese come in molte città decine di volontari danno vita, davanti ad altrettanti supermercati, al più grande gesto di carità del nostro Paese: la Colletta Alimentare.
Nei magazzini del Banco Alimentare di Roma accanto alla stazione Tuscolana, i “muletti” spostano pancali di omogeneizzati o fagioli con una rapidità impressionante. Da un Tir inviato dalla Comunità Europea si cominciano a scaricare latte a lunga conservazione e biscotti. Ma non basta.
Monica Tola, dal dicembre 2021 alla guida del Banco del Lazio, ci guida all’interno dei locali: «Come vedi molti scaffali sono vuoti. Da dopo il lockdown abbiamo assistito ad una impressionante crescita della domanda da parte di enti e associazioni. Non facciamo in tempo a riempire il magazzino che nel giro di poche settimane siamo punto a capo».
Un “trend” confermato dal Presidente nazionale della Fondazione Banco Alimentare Giovanni Bruno: «Oltre 85mila persone in più hanno chiesto aiuto, per un totale di un milione e 750mila poveri e poverissimi, ma anche artigiani e commercianti rimasti senza lavoro, studenti lontani da casa, madri sole con figli a carico. Senza cibo, senza vestiti. È questa l’emergenza con cui dobbiamo fare i conti dall’inizio di questo anno difficilissimo. Non solo perché la povertà è esplosa, ma anche perché con un aumento del 45% dei costi di gestione tra logistica, trasporti ed energia elettrica e un calo del 30% delle donazioni economiche da aziende e privati per la prima volta, fatichiamo a rispondere ai bisogni di tutti».
Per questo molti Enti e Associazioni attendono gli esiti del gesto odierno: lo scorso anno grazie alla Colletta sono state raccolte 7.000 tonnellate di cibo, l’equivalente di 14 milioni di pasti, per un controvalore economico di oltre 25 milioni di euro. Una montagna di bene. In campo per costruirlo, come tradizione, oltre 140mila volontari (stavolta in pettorina arancione) che in 11mila supermercati e punti vendita da Nord a Sud inviteranno a comprare prodotti a lunga conservazione: verdura in scatola, tonno e carne in scatola, polpa o passata di pomodoro, olio, alimenti per l’infanzia come omogeneizzati o latte in polvere. Gli alimenti raccolti non verranno donati a singoli ma appunto alle realtà che nel territorio aiutano chi ha bisogno.
Piccoli aiuti, che «non sono piccoli – sottolinea l’arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei, Matteo Zuppi, quest’anno in prima linea nella presentazione dell’evento – ma costituiscono una grande solidarietà che può permettere a tanti di guardare con meno preoccupazione il proprio presente e quindi anche di poter preparare il futuro». Parole accompagnate da quelle di Papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale dei poveri: «Ci si rimbocca le maniche, attraverso il coinvolgimento diretto, che non può essere delegato a nessuno. Non è l’attivismo che salva, ma l’attenzione sincera e generosa”.
«Siamo in un momento in cui la guerra sembra dominare sulla sorte degli uomini e tutti vogliamo la pace – osserva il Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini – La pace dipenderà dalle nazioni, da come si organizzano. Ma possiamo dire che la carità è la forza della pace e l’inizio della pace, perché la pace non può essere solamente delle organizzazioni, ma un modo attraverso cui il singolo uomo tratta un altro uomo. E la Colletta Alimentare è un momento di educazione per milioni di persone in cui si impara a trattare la persona secondo una modalità vera».
You must be logged in to post a comment Login