Si può dire che Dio è come l’iphone. Anni fa, quando si comprava un telefonino, davano anche il libretto di istruzioni dettagliato: possibilità e modalità, criticità e risoluzioni; da imparare a memoria e da eseguire. Oggi trovi un foglietto, poi tocca a te andare alla scoperta.
Così il Dio di Gesù Cristo non è l’idolo delle risposte, ma è il Signore delle domande. Noi vorremmo avere sempre le istruzioni per capire Dio e sapere come risolvere i problemi.
Dio è come l’iphone: più gli dai tempo per conoscerlo, più ti apre le sue potenzialità e tu sei preso nel cercare di più. Ti lasci coinvolgere per contagio. È sempre grazie a qualcuno che l’ha già provato, prima di te e più di te, che scopri e trovi. E tu lo dici ad altri.
Dio (come l’iphone) non finisci mai di conoscerlo, perché cambia, si aggiorna, evolve con te e migliora. Sta a te decidere se accettarlo o no perché ormai sei comodo così… Poi lo personalizzi, lo porti sempre con te, lo difendi, se non lo trovi ti agiti.
Lo puoi usare per parlarci o per giocarci, per passatempo, o per lavoro, ma puoi anche affidargli la tua vita: gestione del tempo, priorità dei bisogni, scelta delle strade…
Dio (come l’iphone) devi ricaricarlo. Non puoi solo usarlo, lui chiede qualcosa a te e di tuo: forse è più poco rispetto a quanto lui dà a te, ma è essenziale. Questa è la logica di Dio per entrare in contatto con noi stessi, gli altri, il mondo, la vita e con lui.
Pietro, come noi, credeva di conoscere e controllare tutto, pretendeva di avere il libretto delle istruzioni e delle soluzioni. Così, però, non ha capito la croce, cioè l’amore più grande che ti interpella e ti supera, perché siamo a immagine e somiglianza di Dio, quindi infiniti.
Prova infatti ora a cambiare “Dio” con amore o col tuo nome. Trovare la vita – come dice Gesù – è accorgersi di essere infiniti. Ogni piccineria e mediocrità è contro Dio, è essere demoni di se stessi, è essere ostacolo (in greco è “satàn”) alla propria realizzazione o risurrezione che chiede però di abbracciare la croce, non come penitenza o pegno da pagare, ma come dono e responsabilità.
L’iphone per poter funzionare ha bisogno della linea. Ne apprezziamo l’importanza quando non siamo più connessi. Ma una linea verticale con una orizzontale formano la croce. Come Pietro, noi, bloccati da noi stessi, siamo disconnessi.
Prendendo il telefonino, ricordiamoci che siamo a immagine e somiglianza di Dio. Troveremo così non la soluzione dei problemi, ma la logica della vita. È di più.
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