(S) ESTERNO NOTTE in TV, molto lanciato da RAI1 che cosa ne dici?
(C) Mi spingi alla disperazione! Comincio a scrivere questo pezzo dopo aver visto solo la prima puntata, ma già penso che per rispondere a tutte le domande sensate che possono sorgere occorrerebbero dieci volte i 4000 caratteri concessi dal Direttore. Poi seguiranno le altre puntate e chiederò, se necessario un diritto di replica, la prossima settimana. Premetto che mi aspettavo, anche prima, ma soprattutto dopo averlo visto, polemiche più diffuse ed accese. Invece pochissimo, tranne un’intervista di Maria Fida Moro. Ho recuperato appena qualche briciolo di critica apparsa, per opera di un figlio di Andreotti, lo scorso maggio, in occasione della versione cinematografica, presentata a Cannes.
(O) Almeno un’impressione.
(C) Sapendo che l’Apologia uscirà a cose fatte, ho la garanzia che non gli farò un’involontaria pubblicità, parlandone. Comunque preferisco dare subito la parola a Maria Fida Moro. “O si decide che siamo personaggi storici, e allora si rispetta la storia, o si decide che siamo personaggi privati e allora ci si lascia in pace”. Pone così la questione fondamentale. L’opera d’arte ha il diritto di ‘romanzare’ fatti, sentimenti e pensieri di persone reali, additandoli al pubblico con nome e cognome, interpretandone in base a propri criteri una vicenda reale, per di più tragica? Maria Fida sostiene di no. “È già vergognoso infischiarsene del dolore altrui ed è doppiamente vile usarlo per fare affari”.
(S) Posso capire i sentimenti di una figlia, ma nessun altro ha preso posizione sugli aspetti storici? Come risponde Bellocchio, su questo?
(C) Interpellati dall’Agi, la Rai e il regista Marco Bellocchio hanno preferito non commentare. Il regista, l’estate scorsa, aveva spiegato che “il film è molto meno ideologico di Buongiorno Notte perché è passato dell’altro tempo”. “Mi dispiace se c’è chi lo ha interpretato come se ci fosse un accanimento sui ricordi tragici di quegli anni”, aveva aggiunto.
(S) Sì che è ideologico! E tante grazie se lo è meno di Buongiorno notte. Stavolta non perché giustifica un’ideologia rivoluzionaria, che almeno nelle prime due parti andate in onda nella prima serata non appare in modo esplicito, ma perché stravolge le figure dei politici descritti come sciocche marionette o come fredde vittime di deliranti disegni politici privi di umanità.
(C) Non dovrei nemmeno dirlo, ma i personaggi politici non sono minimamente somiglianti alle persone reali che ho conosciuto, a fianco delle quali ho vissuto quel dramma. Certamente furono angosciati, certamente commisero sbagli politici e sbagli operativi, ma non furono mai né in cattiva fede, né così inetti.
Venendo alle due parti della seconda serata (aspettando la terza di cui parleremo la prossima volta) credo di poter dire che il regista accentua il clima e anche la struttura teatrale da tragedia greca, mescolata con qualche ispirazione al Macbeth e ad altri drammi scespiriani e con simboli tetri, largamente disseminati, quasi a ricordare che proprio non si tratta di una ricostruzione storica. A questo punto diventano più omogenei e realistici i racconti, che sono più d’uno, quasi indipendenti, qui emergono quello di Paolo VI e quello dell’ipotesi del rilascio maturata nei contatti con l’area dell’autonomia. Continua però a sfuggire il senso generale dell’avvenimento, la maturazione di un giudizio che ebbe il potere di unificare il popolo, invece di dividerlo come avrebbero sperato i brigatisti nella loro delirante filosofia della storia.
(O) Quindi non possiamo anticipare una conclusione?
(C) Una sì. Non possiamo ignorare la realtà storica. Anche se difficile da riconoscere, perché mancano molte notizie, che i protagonisti dell’una e dell’altra parte non hanno voluto rivelare. Occorre tornare ai fatti, alla paziente ricostruzione della verità storica, prendendo dalle elaborazioni artistiche quello che è il loro dono: la suggestione emotiva. Aspetto con interesse la terza serata.
(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti
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