L’Avvento è un tempo “gravido” di significati, pregnante. Noi ci sentiamo “in dolce attesa” o “in stato interessante”? Maria “gravida” ci aiuta nel “venire alla luce”. La decisione da prendere è: ripartire o ricominciare?
“Ripartire” presuppone voler riprendere “le vecchie attese” come se il mondo fosse pronto a riavviarsi con gli schemi, i ritmi, le modalità pre-crisi. Tuttalpiù a velocità accelerata per recuperare quanto perso.
“Ricominciare” è un nuovo inizio, rinascere, pur facendo tesoro delle esperienze avute: con la pazienza della gestazione per ri-darci forma (formar-ci), ri-darci anima (animar-ci), ri-darci senso (sensibi-lizzarci).
Nella filosofia Judo un gesto piccolo, pacato, misurato, prende una forza incredibile dal cogliere l’energia dell’altro, trasformando l’urto in trampolino per il meglio. “Ju-do” significa, infatti, “via gentile”, è equilibrio di energia. Una lotta ma che assomiglia quindi alle doglie.
Maria è “in cinta”. Il termine viene dalle ampie tuniche che le donne portavano nell’antichità e allargavano la cintura col crescere del pancione finché si arrivava al parto “senza cinta”, appunto “in-cinta”.
Con un piccolo gesto ha colto l’energia infinita di Dio, l’ha indirizzata sulla sua vita ed ha ribaltato la storia. Superando i dubbi, i se, i ma, i però, ha fatto prevalere la via gentile e paziente dell’eccomi. È giunta così a un nuovo inizio, un venire alla luce.
La fatica, la chiusura, la solitudine vengono vinte dalla premura, dalla gratuità, dalla tenera attenzione ai bisogni, dalla capacità di dire: grazie! ti voglio bene! sei importante!
Nel nuovo Messale si recupera un’antica immagine: la benedizione di Dio è “rugiada”, è la lieve carezza che fa brillare, che nutre, che fa germogliare piccoli semi.
È un dono che chiede però un coinvolgimento personale. Come la pace: “dono” per te e responsabilità verso gli altri.
Chiede la capacità, la decisione, la voglia, l’allenamento judo di saper porre piccoli gesti che riconoscono una grande energia e la portano su di sé per ribaltare la realtà e renderla migliore. Non per aspettare di ripartire, ma per scegliere di ricominciare.
Quante cose potrebbero rinascere semplicemente, ogni giorno, nella vita, avendo pazienza.
Non possiamo più vivere di vecchie attese, ma in dolce attesa di nuovi inizi di cui essere artigiani, pregnanti di speranza e amore, perché siamo gravidi di Dio.
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