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Cultura

APOSTOLA DEGLI APOSTOLI

LIVIO GHIRINGHELLI - 11/11/2022

La Maddalena del Morazzone in San Vittore a Varese

La Maddalena del Morazzone in San Vittore a Varese

Prima testimone della resurrezione, tra la sparuta schiera di chi ha seguito Gesù sino alla croce, senza mai la tentazione di rinnegarlo, nel corso del bimillenario di storia della Chiesa Maria Maddalena non ha avuto via via il riconoscimento dovuto al suo ruolo apostolico.

Oggi se ne riscopre l’importanza anche perché alla luce del Concilio Vaticano II alle donne è stata riacquisita la possibilità, dopo il contesto controverso e pluralistico delle origini, di significare una funzione non subalterna e comunque positiva nell’ambito di una visione unitaria dell’organismo ecclesiastico, fondata non per omogeneità e uniformità, ma secondo differenti modalità di essere Chiesa e di esprimere la ministerialità e la forza propulsiva di un messaggio universale in continua riproposizione e sviluppo nell’unità.

L’elemento femminile è essenziale nella Chiesa quanto quello maschile, superando la tradizionale immagine negativa della sessualità femminile, che ha caratterizzato il passato (da cui ad es. la legge del celibato ecclesiastico).

La ricorrenza liturgica del 22 luglio dal 2016 è stata elevata da Papa Francesco a festa equiparabile a quelle previste dal calendario dedicato ai dodici Apostoli. Già Tommaso d’Aquino l’aveva definita l’apostola degli apostoli. Nel Vangelo di Luca (8,1-3) Maria di Magdala compare al seguito di Gesù che predica la buona novella tra alcune donne guarite da spiriti cattivi e da infermità, con Giovanna moglie di Cusa amministratore di Erode e Susanna. Esse servivano Gesù e gli Apostoli coi loro beni.

La Maddalena pare soprannome simbolico da torre, in ebraico mighdal a indicare il ruolo assunto nel gruppo di primo piano dei discepoli del Messia. Il servizio “coi beni” sta probabilmente a indicare la condizione agiata di quelle donne. Non erano le domestiche a quanto suggerito da alcuni studiosi. Maddalena torna poi in tutti i Vangeli al momento della morte e della resurrezione di Gesù. Altre donne compaiono nel caso, ma si limitano ad osservare da lontano (Matteo 27,55-56).

Le stesse tre Marie ricorrono in Marco e presso la tomba trovano nel giorno di Pasqua due uomini in veste sfolgorante, ma impaurite fuggono per raccontare agli undici la promessa di Gesù della sua resurrezione (Luca 24,1-10). Secondo Giovanni Maria Maddalena, pensando a una sottrazione del corpo del Signore, corre allarmata a riferirne a Pietro “e all’altro discepolo che Gesù amava”. Maria, rimasta in pianto fuori dal sepolcro, una volta allontanatisi i discepoli, ha il privilegio dell’incontro diretto con Gesù al sentirsi chiamare e lo riconosce, ma compare anche la riserva del noli me tangere.

A cavallo del secondo secolo dell’era cristiana alcuni gruppi, ora considerati eterodossi o scismatici cercano di appropriarsi della Maddalena, ma quei testi nascono in un contesto patriarcale e androcentrico. Paolo non ne parla, ma Paolo il Gesù della storia non lo ha conosciuto, ma solo per convinzione visto risorto. Maria Maddalena è rimasta invece col Salvatore sino alla fine, rendendone testimonianza.

E la “conoscenza” non è nel caso arida, intellettuale, ma diventa sequela per un imperativo assoluto. Si pensi che nel periodo medioevale una tradizione vedrebbe nella Maddalena una evangelizzatrice della Provenza (Pietro a Roma, Giacomo in Ispagna). In prosieguo di tempo la Maddalena è stata un punto di riferimento per le montaniste e le predicatrici riformate.

È necessario pertanto che la riscoperta di questa luminosa figura, abbandonata la rilevanza di certi stereotipi e riduzioni in termini di autorevolezza, orienti, pur nella fedeltà agli elementi che fondano essenzialmente il nostro credo, verso una prospettiva sempre più generosa da parte nostra nel rivedere i limiti del passato, per una rimeditazione di arricchimento. Ogni stasi gelosa di sicurezze corre il pericolo di una involuzione.

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