Dedichiamo alla famiglia questo numero di RMFonline. Alla famiglia tradizionale. Alla famiglia religiosa. Alla famiglia declinata in differenti versioni: politica e sociale, associazionistica ed economica, culturale e sportiva. Eccetera. Troverete riflessioni assortite e liberissime, come al solito. La nostra famiglia giornalistica, la famiglia di RMFonline, è una famiglia aperta: accogliamo tutti, discutiamo di tutto. C’intriga la combinazione dei colori: pensiamo che offrire il cielo mediatico all’arcobaleno dei giudizi sia un modo di cogliere il bello dopo i temporali della vita (anche durante, anche prima). E che magari sia la maniera per ripararsi un po’, almeno un po’, da quelli successivi: forse non è solo malaccorta poesia.
Non saremo noi a scoprire la banalità: che la famiglia, nelle sue varie rappresentazioni, è in crisi. Lo è da un pezzo. È in crisi il rispetto d’alcuni valori, propri della solidità familiare e presenti in ogni istituzione di riferimento della società. Ma non è in crisi l’idea di riuscire a rimediarvi: circola, sottotraccia, un ottimismo superiore alle convinzioni pessimistiche. Sottotraccia, poi, fino a un certo punto: proprio nei giorni a venire, quando il Papa verrà a Milano, avremo dimostrazione pubblica della forza di quest’ottimismo. Della sua popolarità. Del suo essere imprescindibile per un presente desideroso di futuro.
È vero che molto gira male, e la depressione guida la classifica del sentire comune. Ma è in simili momenti che si avverte nell’intimo il richiamo a rovesciare le previsioni nefaste. L’insofferenza all’umiliazione della sconfitta cronica. Perfino il gusto avventuroso di ribellarsi. E quasi l’entusiasmo della sfida, che origina dalla certezza d’essere mossi da un giusto moto spirituale. Prima di tutto spirituale. Una spiritualità ereditata dalla storia: quanto abbiamo da imparare dalla storia, a proposito di famiglia. Di famiglie. Di sconfitte (poche) e di vittorie (tante) delle famiglie fedeli al ruolo naturale assegnatogli: il ruolo dell’altruismo.
D’altruismo abbiamo specialmente bisogno nell’epoca dei troppi egoismi. Non basta tenere un focolare acceso, chiudere le porte, scaldarsi al tepore d’una esclusiva felicità. La felicità, se di felicità si può (se ne può mai?) parlare, va comunicata. Esemplificata, insegnata, trasmessa. Felicità intesa come pochi e domestici comportamenti che rendono più leggero il greve fardello quotidiano.
Ecco che cosa ci manca: quest’essere leggeri, nonostante ci abbiano impiombato di sacrifici, di sofferenze, di sfortune, d’ingiustizie. Leggeri come sono genitori e figli, nonni e nipoti quando ritrovano nel sorriso degli affetti il senso di un’appartenenza. In fondo, e a dimesse spanne, la famiglia appare questo: lo spontaneismo nel sorridere per le piccole cose. La gioia di scoprirvi la quiete, la sorpresa di trarne energia, la gratificazione di riceverne il filo semplice che serve all’intreccio della complessa trama dell’esistenza. È il filo, così esile e però così resistente, al quale siamo appesi. Dedichiamo questo numero di RMFonline al filo sottile e antico che cuce le nostre fragili diversità. Alla famiglia, appunto.
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