Una bomba davanti ad una scuola per seminare morte tra i giovani, che vogliono creare la cultura della legalità e della lotta alla criminalità, è inaccettabile non solo per la coscienza individuale ma per le nostre comunità.
Nelle scuole si combatte la cultura mafiosa, si parla di pace e democrazia, si incontrano i testimoni di questa lotta, si lavora a fianco di Libera e delle associazioni e persone che promuovono il rispetto dell’uomo e della sua dignità contro ogni sopruso e presunto potere.
La scuola è libertà e democrazia.
Avere colpito pesantemente questa fondamentale istituzione della nostra collettività civile e della nostra storia, attraverso il sacrificio di una giovane studentessa e il ferimento grave di altri suoi coetanei, deve farci vincere ogni reticenza, caso mai a tutt’oggi qualcuno avesse ancora avuto la viltà di tacere o dire che la mafia non c’è, e chiederci di essere in prima linea, coi nostri studenti a lottare attraverso le armi della cultura, dell’informazione, della testimonianza, della conoscenza della storia che parli di questo ultimo secolo e ne racconti gli splendori ma anche le atrocità.
La Lombardia è la quarta regione italiana, dopo Sicilia, Calabria e Campania, per infiltrazione mafiosa. Non tacciamo allora e continuiamo a pensare che il futuro dei giovani si costruisce non solo col sapere dei libri o dei docenti ma anche assieme alle donne e agli uomini di “Libera”, ai tanti Jole Garruti, Nando Dalla Chiesa, Rita Borsellino e tutti coloro che dedicano la loro vita ad incontrare i ragazzi e raccontare loro perché e come combattere ogni mafia. Continuiamo ad avere a cuore il futuro dei nostri giovani e desideriamoli davvero donne e uomini liberi, donne e uomini forti di valori ed ideali.
Con i miei studenti, da lunedì, leggerò in ciascuna delle mie cinque classi “Poliziotta per amore”, anche se la scuola è agli sgoccioli e magari l’istinto potrebbe essere quello di correre a finire l’ultimo argomento programmato. Qualsiasi poesia o capitolo della storia passata può e deve lasciare il passo a questa storia di oggi e alla poesia delle parole di tutti coloro che continuano a chiedere un mondo diverso.
Luisa Oprandi
insegnante
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