Silvio Berlusconi è stato il principale protagonista della nascita della “Seconda Repubblica” nel 1994 quando con la sua “discesa in campo” non solo sdoganò la destra di Fini (che l’anno dopo fondò Alleanza Nazionale) ma – unitamente al nuovo sistema elettorale – permise in modo quasi rivoluzionario cambiamenti importanti nella politica italiana.
Seguirono governi e periodi di difficoltà fino alle recenti elezioni che hanno visto trionfare il destra-centro sottolineando la posizione di Berlusconi come esponente dell’alla moderata, vero ed unico leader di Forza Italia sempre di più considerabile come una sua proprietà personale ma comunque permettendo una sua rielezione al Senato che qualche anno fa sarebbe stata impensabile.
Da sempre l’ex “Cavaliere” ha avuto aperti contrasti con la magistratura, a volte dando l’impressione di subire attacchi prettamente o preconcettamente politici, mentre in altre occasioni ci ha messo sicuramente del suo per complicarsi la vita.
Berlusconi ha dimostrato grandi capacità personali come imprenditore prima che come politico, ma è progressivamente diventato negli anni sempre più egocentrico trasformandosi in un vecchio narcisista circondato da una coorte di yesmen (e “yesgirl”) che da anni lo lusingano, fanno finta di idealizzarlo mentre invece pensano soprattutto ai propri interessi e – appena sarà possibile – a spartirne le spoglie.
Se ne è avuta prova quando Silvio ha fatto di tutto per mettersi di trasverso al già complicato decollo del governo Meloni con prese di posizione e dichiarazioni decisamente sopra le righe.
Lui, che tuttora si ritiene addirittura il leader più intelligente del mondo, non poteva non capire che indicare come possibili ministri personaggi discussi (caso Ronzulli) fosse controproducente prima di tutto per la sua stessa immagine.
Proprio invece i capricci per la Ronzulli, i veti su La Russa oppure le dichiarazioni su Putin (“riservate” ma pronunciate davanti a decine di testimoni) denunciano quantomeno una superficialità che supera la logica, oltre ad una volontà di essere comunque in prima fila auto ritenendosi il perenne difensore della Patria.
Così come le parole sul conflitto in Ucraina che potevano anche essere in parte credibili, ma certamente non esprimendole in quel contesto e in quel momento.
Se poi fosse vero il suo perdurante rapporto privilegiato con Putin (e non solo un futile millantato credito) allora la cosa più saggia sarebbe stato proprio non parlarne, ma piuttosto lavorare nell’ombra per spingere lo zar e l’UE verso una soluzione negoziata e solo “dopo” – eventualmente – annunciarlo in pubblico come proprio merito, ma questo a cose fatte, suscitando sicuramente credibilità internazionale per sé e per l’Italia.
La riservatezza è l’ABC della diplomazia, possibile che proprio lui che si ritiene il “leader maximo” non lo capisca?
Oppure (ed è invece la cosa più probabile) Berlusconi tutto questo lo capisce benissimo, ma la sua è volontà di essere sempre il “Re Sole” della coalizione, esprime solo una malcelata invidia verso la Meloni e gli altri partner più giovani di lui, quelli che nell’attuale momento – che è forse il più difficile nella storia della nostra Repubblica – ne hanno (secondo lui, ma anche nella realtà) offuscato l’immagine.
Speriamo che – formato il governo – Berlusconi si metta al servizio del Paese. Gliene saremmo tutti molto grati.
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