Un’opera d’arte può essere associata a un brano musicale? E viceversa, un musicista può essere ispirato da un’opera d’arte? La risposta è sì e questo collegamento biunivoco avviene grazie alla matematica, il terzo elemento in gioco, un invisibile ma efficace ponte che unisce. Un’applicazione per smartphone, tablet e pc può infine rendere fruibile questa interazione nella realtà. Una App – il cui nome sarà RISMapp – in grado di scansionare le opere d’arte e di metterle in relazione ai capolavori della musica è così l’ultima novità sviluppata dall’Università dell’Insubria attraverso la Riemann International School of Mathematics e presentata a Varese alla Fondazione Marcello Morandini. Tre docenti di analisi numerica innamorati di arte e musica, Alfio Quarteroni del Politecnico di Milano, Paola Gervasio dell’Università di Brescia e Daniele Cassani, direttore della Rism dell’Insubria Daniele Cassani, hanno unito alla passione le competenze scientifiche, sviluppando un algoritmo capace di avvicinare l’arte figurativa alle grandi composizioni musicali. La chiave è appunto la matematica: attraverso la codifica di quadri e musica si identifica il codice essenziale che permette di individuare il grado di coincidenza tra queste differenti forme espressive.
Punto di partenza di questo studio sono state le opere di Marcello Morandini, il “mago del bianco e nero” che con la sua arte concreta fatta di forme geometriche rappresenta un modello ideale. Proprio il grande designer varesino (di natali mantovani) è stato il “provocatore”.
Alcuni musicisti avevano visitato la sua Fondazione, situata in centro a Varese, e uno di questi ha commentato che quanto stava vedendo gli evocava delle note. Morandini ha colto la battuta e l’ha condivisa con Cassani, che un anno fa, in occasione del Riemann Prize, ha dato il là al progetto. Passando attraverso un lavoro di campionatura di un allargato catalogo di brani di musicali di vario genere (dalla classica al jazz) si è arrivati al cuore della ricerca, ovvero il confronto e l’analisi del grado di somiglianza dei diversi codici prodotti. Il risultato è stato stupefacente, con elementi di coincidenza inaspettati, capaci di unire forme di arte e periodi storici molto diversi. Dalle prime prove è emerso ad esempio che alcune opere di Morandini hanno un grado di somiglianza di oltre il 70% con le musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, di Ennio Morricone e di George Gershwin. Curiosità: sono stati ricercati musicisti i cui lavori sono liberi da diritti d’autore.
RISMapp oggi ha in archivio 10 opere della Fondazione Morandini, ma punta a diventare uno strumento diffuso in qualsiasi museo interessato a partecipare all’iniziativa. L’applicazione, sviluppata per Ios e Android, si scarica gratuitamente sui telefoni cellulari. Al museo si inquadra un QR code sotto ogni opera selezionata e si identifica così l’aggancio con musicisti e brani. Ma si possono usare anche altre chiavi operative: cercare nel mondo musicale chi si avvicina di più al tal artista, oppure chiedere come un compositore, diciamo ad esempio Mozart, si comporterebbe davanti a un certo quadro. Nel campo dell’arte si è dunque riusciti a definire una sorta di “teoria del tutto” mentre la fisica ancora non l’ha trovata? “Parlerei piuttosto – corregge Quarteroni – di rappresentazione del tutto, che consente di passare da un mondo all’altro. Il Dna, che sia arte o musica, dal punto di vista matematico è identico: la percezione si riduce a un codice generato o da un’opera raffigurativa, o dalla musica o da altri oggetti ed elementi che si trovano in natura”.
You must be logged in to post a comment Login