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Pensare il Futuro

VERITÀ PERSEGUIBILI

MARIO AGOSTINELLI - 28/10/2022

wikileaksDa quando il ministro dell’Interno britannico Priti Patel ha formalmente ordinato l’estradizione del fondatore di WikiLeaks Julian Assange negli Stati Uniti i sostenitori della libertà di stampa in tutto il mondo si sono mobilitati.

Le accuse, che includono 17 capi di imputazione ai sensi del famigerato Spionage Act, potrebbero comportare 175 anni di carcere per il giornalista che ha denunciato i crimini di guerra statunitensi.

L’accusa di Assange si basa sulle rivelazioni di WikiLeaks del 2010-2011 sui crimini di guerra statunitensi in Iraq, Afghanistan e sulla prigione militare di Guantánamo. Quelle rivelazioni includevano 400.000 rapporti sul campo sulla guerra in Iraq; 15.000 morti non dichiarate di civili iracheni; e sistematici stupri, torture e omicidi commessi dalle forze irachene dopo che le forze armate statunitensi “hanno consegnato i detenuti a una famigerata squadra di tortura irachena”.

WikiLeaks ha anche pubblicato il famigerato video “Collateral Murder”, che documenta come nel 2007 un elicottero da combattimento Apache dell’esercito americano abbia preso di mira e sparato contro civili disarmati a Baghdad. Almeno 18 civili sono stati uccisi. Tra questi due giornalisti della Reuters e un uomo venuto a soccorrere i feriti.

L’accusa che gli Stati Uniti lanciano ad Assange è ritenuta una minaccia significativa per la libertà di stampa del Primo Emendamento della Costituzione americana. Se Assange dovesse scontare la pena prevista (due vite!), potremmo dire con Choamsky che “il governo degli Stati Uniti sostiene che la sua venerata Costituzione non protegge il giornalismo che non piace al governo e che pubblicare informazioni veritiere nell’interesse pubblico è un atto sovversivo e criminale”.

Secondo Nils Melzer, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Assange ha subito torture psicologiche mentre era confinato nel Regno Unito per più di un decennio. Il 10 giugno, più di 300 medici, psichiatri e psicologi che si fanno chiamare “Dottori per Assange” hanno scritto a Patel che il “deterioramento della salute” di Assange rendeva “inaccettabile dal punto di vista medico ed etico” l’estradizione di lui.

Eppure, i funzionari del Regno Unito hanno ignorato la salute di Assange e l’ingiustizia della sua accusa, insistendo sul fatto che gli Stati Uniti lo avrebbero trattato “in modo appropriato”.

Assange ha ora tempo fino al 1 luglio per impugnare la decisione di Patel e si rivolgerà all’Alta Corte per revocare le sentenze che lo riguardano. L’estradizione sarebbe opprimente o ingiusta perché è passato così tanto tempo e violerebbe i diritti di Assange alla libertà di espressione e a un processo equo, oltre al divieto di trattamenti inumani e degradanti nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Questa è la prima volta che gli Stati Uniti perseguono un giornalista o un media per aver pubblicato informazioni riservate. L’estradizione, il processo e la condanna di Julian Assange avrebbero ramificazioni molto gravi per il giornalismo investigativo.

Il 17 giugno, il comitato editoriale di The Guardian ha scritto: “Questa azione potenzialmente apre la porta ai giornalisti di qualsiasi parte del mondo per essere estradati negli Stati Uniti per aver esposto informazioni ritenute classificate da Washington”.

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