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Apologie Paradossali

ANTICENERENTOLA

COSTANTE PORTATADINO - 28/10/2022

cenerentola(S) No. Proprio no, stavolta non possiamo svicolare dall’argomento del giorno, della settimana, del mese e dell’anno (io spero che duri). Il governo Meloni. Anche se arriveremo ultimi a commentare, a ragionarci sopra, quando i fatti avranno ormai scavalcato le previsioni e le prime impressioni.

(C) Mi arrendo, anche se avrei voluto richiamare ai fedeli varesini l’importanza di avere al Sacro Monte e al Museo Bodini di Gemonio le testimonianze realizzate del grande rinnovamento dell’arte cristiana dopo il concilio, voluto da Paolo VI e realizzato in gran parte per merito del nostro don Pasquale Macchi. Capisco che bisogna stare sul pezzo, però vorrei incaricare Onirio, con il suo ottimismo e la sua fantasia, di lanciarsi in un’apologia, se non paradossale, almeno un po’ scanzonata.

(O) Cenerentola al potere! Meglio: anche molto anticenerentola. Qualche bel tipo di giornalista ha ironizzato sulla varietà di scarpette (non di cristallo ma di evidente buona fattura) utilizzate da Meloni nelle recenti circostanze ufficiali, arrivando a paragonarla alla mitica Imelda Marcos, consorte bizzosa del dittatore delle Filippine del secolo scorso, che ne possedeva migliaia. Al suddetto giornalista ho suggerito di aprire, magari di soppiatto, la scarpiera della moglie e di fare un rapido conto. Ma Cenerentola può essere veramente, se ne consideriamo l’umiltà della nascita, in un quartiere romano piccolo-borghese, la pochezza degli esordi giovanili in politica, i modesti risultati iniziali del nuovo partito voluto contro gli eredi storici di quello tradizionale. Dalla cenere dell’opposizione al governo della Nazione, è un salto degno di una favola.

(C) Ma non c’è stato né intervento di magia, né lieto fine da “vissero felici e contenti” al fianco di un brillante principe, anzi…

(O) Anzi l’Azzurro è stato il primo a comportarsi in modo per niente principesco. Tuttavia l’inizio mi pare sufficientemente lieto, pur non celandosi le difficoltà. Ma questo è il bello della favola, il superamento delle difficoltà e dei pericoli creati dall’antagonista servono ad evidenziare i meriti della protagonista quasi sempre accompagnati da una certa buona sorte o addirittura da un’esplicita predilezione del Destino. La favola di Perrault, come tutte, finisce sulla morale e non ci racconta le eventuali traversie successive al matrimonio di Cenerentola.

(S) Attenzione! Meloni lascia dietro di sé una strage di pretendenti e di contendenti tutti delusi, tutti a rosicare, per non preoccuparci di arcigni censori stranieri, intenti a scrutarne i cromosomi di democraticità e di europeismo. Questo può portare, come in un romanzo rosa più che in una favola, a relazioni complicate con gli alleati e a contrasti accaniti con gli avversari. Non avrà un principe o una fata madrina a proteggerla, tranne che la correttezza istituzionale di Mattarella e di Draghi possa assicurarle, per amor di Patria, qualcosa di più di cauti suggerimenti. Cenerentola si nasce, principessa si può diventare, ma si può ritornare cenerentola nel giro di una breve stagione. Guardate la Juventus di oggi, da regina a cenerentola e, peggio, ad inquisita per possibili reati economici, per i quali sono stati chiesti e non concessi, gli arresti domiciliari per il suo presidente, un Agnelli! Mancava questo, dopo La Russa presidente del Senato omaggiare di fiori Liliana Segre, per dire di avere visto tutto, come in una favola. E io faccio fatica a credere alle favole.

(O) Il paradosso dell’apologia è dunque questo: Cenerentola ce l’ha fatta con le sue forze ad arrivare al Gran Ballo del Principe, ma da sola non potrà condurre a termine la festa. Il primo governo interamente “politico” dopo 11 anni potrà durare se si realizzerà una sola condizione: che tutti gli attori politici, governo, maggioranza e opposizione, restituiscano piena dignità e operatività effettiva alla funzione del Parlamento (e quindi dei partiti), vero Principe co-regnante, secondo il dettato della nostra Costituzione. Per il resto si vedrà.

(S) Sebastiano Conformi ( C) Costante (O) Onirio Desti

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