Poche settimane dopo la Regina Elisabetta, un’altra donna che si credeva eterna ha lasciato le scene del mondo e tutti noi sgomenti: Angela Lansbury, universalmente nota come Jessica Fletcher, alias “La Signora in giallo”.
“Murder, she wrote”, questo il titolo originale della serie, è stato uno di quei telefilm capitali della storia della TV: girato tra il 1984 e il 1996 (con ben quattro appendici cinematografiche) per un totale di 264 episodi, contenenti 274 omicidi, “La signora in giallo” ha proposto ai telespettatori di tutto il mondo la ricetta del giallo-soft, quello che si può seguire mentre si pranza, o si rigoverna la casa; l’arzilla vecchietta ovunque andasse, sembrava portarsi sempre in valigia il pettine, la lacca, le compresse pulisci-dentiera e un caso di omicidio. Che neanche a dirlo, riusciva a risolvere sotto il naso dello sceriffo tontolone della contea nel giro dei 45-minuti-45 di durata secca di un episodio. Cotto e mangiato, insomma.
Con il fisico di una miss Murple della profonda provincia americana (il suo luogo d’elezione è la mitica Cabot Cove, nel Maine), la Lansbury (memorabile anche in “Pomi d’ottone e manici di scopa” di disneyana memoria e indimenticabile nei panni di Salomè Otterbourne di “Assassinio sul Nilo”, al fianco di Peter Ustinov/Poirot) è riuscita a insidiare la fama del Tenente Colombo, un altro protagonista dei ruggenti soft-crime televisivi degli anni ‘70/80. Prodotti di un’altra epoca davvero, quando ancora si chiamavano telefilm e non serie tv, e quando ancora venivano riproposti a ciclo continuo sui “vecchi” canali generalisti in chiaro, invece che sulle torrentizie piattaforme di streaming che vanno oggi per la maggiore.
Qualcosa di paragonabile, in Europa, lo si può ritrovare forse solo nell’epico “Ispettore Derrick”, con Horst Tapper nei panni dell’infallibile poliziotto bavarese.
Si potrebbe pensare che una delle cose meno riciclabili sia un caso giallo già letto/visto; dimostra il contrario Angela con la sua intramontabile “Signora in giallo”, così come il fortunatissimo e arcitaliano “Commissario Montalbano”, cui ha prestato il volto nella trasposizione televisiva Luca Zingaretti; morto il geniale autore Andrea Camilleri, e conclusosi il ciclo in quindici stagioni per “soli” 37 episodi, la Rai ha pensato bene di riproporre nuovamente i primi – risalenti al 1999 – in versione restaurata a 4K, con un battage pubblicitario degno di nuove puntate inedite. Aggiorniamo allora il sempiterno adagio: “in tv non si butta nulla, si restaura”.
You must be logged in to post a comment Login