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Cultura

TROVARE UN FARO

RENATA BALLERIO - 21/10/2022

Antonio Pascale, vincitore del Premio Chiara 2022

Antonio Pascale, vincitore del Premio Chiara 2022

Ci sono date e anniversari che mordono la coscienza collettiva. O almeno dovrebbero farlo. Nella seconda metà di ottobre le occasioni non mancano. Esempio lo sono il 16 e il 22 ottobre, che

ricordano accadimenti lontani negli anni ma presenti in quella che è (o dovrebbe essere) la memoria culturale.

Era un sabato, quel 16 ottobre del 1943 ma la deportazione del ghetto di Roma rimane un monito drammatico. Non è un caso che in questo ottobre del 2022 anche il telegiornale della rete Uno abbia ricordato quella vergognosa pagina di storia come notizia di apertura. E come sarà ricordato il 22 ottobre del 1972?

Certamente non bisogna cadere nella trappola di acritici confronti o di pericolosi appiattimenti storici ma la domenica, o meglio la notte tra il 21 e il 22, a Reggio Calabria non può essere dimenticata. Gli operai del Nord e i contadini del Sud si unirono – raccontano le cronache di allora – a sfidare le bombe fasciste. Ben otto furono gli attentati dinamitardi sulla linea ferroviaria che portava i manifestanti, sindacalmente uniti, a Reggio. Un brano cantato da Giovanna Marini lo ricorda: Andavano con il treno giù nel Meridione per fare una grande manifestazione il 22 ottobre del settantadue in una curva il treno che pareva un balcone. Quei balconi con le coperte per la processione….

Certo era una processione laica per la democrazia e la libertà. E per la dignità del lavoro. Si dirà che quella era l’Italia di cinquant’anni fa: diverso il Sud e il Nord di allora, diverso il modo di vivere il lavoro. Diversa la politica. Ma non può essere diverso il modo di interrogarci sui problemi, dando riposte. La memoria culturale serve anche per questo.

In questa prospettiva non è, dunque, male continuare a riflettere sul valore della cultura. E ci viene in aiuto Hannah Arendet.La società di massa non vuole la cultura ma gli svaghi. Senza un’informazione basata sui fatti e non manipolata, la libertà d’opinione diventa una beffa crudele“. Irrinunciabile riflessione.

Anzi utile per gli eventi culturali che hanno caratterizzato Varese nella domenica 16 ottobre e che sarebbe ingeneroso rubricare come mera cronaca di attualità. Non sono da archiviare il giorno dopo perchéé fortunatamente non hanno una scadenza che li rende deteriorabili. Delle molte proposte culturali due sono, nella loro differenza, esemplificative. L’inizio delle manifestazioni dedicate ai 225 anni della bandiera italiana e che vedranno – fino a novembre – la città come una grande museo con opere artistiche dedicate a significative interpretazioni del simbolo dell’identità nazionale.

Non retorica patriottica o nostalgica ma storia che diventa spinta per il futuro. E il secondo evento è la trentaquattresima edizione del Premio Chiara. Ricordarlo sembra quasi allontanarci dal pensiero dell’Arendet. Lo sarebbe se pensassimo alla narrativa solo come momento di svago. Non dobbiamo dimenticare che gli svaghi culturali sono importanti e aiutano il nostro pensiero a leggere la realtà. Ben lo ha dimostrato il vincitore di quest’anno, Antonio Pascale.

Il suo libro di racconti, La foglia di Fico, ci dice, pur con leggerezza e ironia, di un uomo “che più vive più dimentica, più desidera più si abbatte, più legge e apprende, più si ritrova confuso: un po’ come tutti noi”. Non possiamo rinunciare a trovare dei fari… lo scrittore campano li trova negli alberi con le loro radici e con i loro rami verso il cielo… A noi trovarli nella storia, guardando il futuro.

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