Un po’ umarell precoci e insoddisfatti, un po’ – semplicemente – cittadini non afflitti da cecità, la battaglia per le “piccole cose” oggi ci porta in centro a Varese.
Centro vero, che più centro non si può: piazza Monte Grappa. Dove si para una scelta: guardare in alto o guardare in basso? La prima opzione ti porta ad ammirare la Camera di Commercio, il fusto della Torre Civica che sale dritto oppure, dall’altra parte, la fila di case e negozi di corso Matteotti che buca l’orizzonte e si perde in lontananza, mentre rotonda, grande albero e Bernascone conquistano il primo piano. Insomma, nemmeno male.
La seconda opzione, invece, ti fa entrare dritto in uno dei problemi atavici della Città Giardino, le buche nelle strade. Il cuore varesino non ne é immune: una voragine, più che un avvallamento, all’incrocio con via Manzoni, proprio in corrispondenza con l’attraversamento pedonale, e crepe diffuse lungo tutto l’anello, ogni giorno un poco più ramificate. Verrebbe da definirlo “asfalto di guerra” (se non fosse che la guerra vera è una cosa terribile, seria e purtroppo vicina…) per quella sensazione di sgretolamento violento che restituisce il bitume deteriorato e maltenuto.
In realtà il fondo di piazza Monte Grappa potrebbe (dovrebbe) essere migliore anche nella zona pedonale. Abbassiamo ancora lo sguardo. La prima cosa che si nota, venendo dalla Camera di Commercio e consumando i primi passi verso la fontana, sono le macchie arancioni sulla pietra grigia, nella parte dove normalmente viene allestito il palco per conferenze, spettacoli e comizi. Montaggi e smontaggi, passaggi di mezzi e chissà cos’altro hanno sporcato la pavimentazione in maniera indelebile dalla pulizia settimanale degli addetti.
E poi piccoli ma continui buchini hanno forato anche il fondo rosso e quello nero, che si alternano alle piastrelle nella composizione realizzata da Marcello Morandini. Normale, comune, inevitabile usura? Forse, ma di certo evidente: basta, ci ripetiamo, abbassare lo sguardo.
Nessuno si senta escluso, però, perché il decoro passa in primis dai cittadini. E allora mozziconi di sigaretta, cartacce, cucchiaini da gelato e altre “amenità” varie rinvenute nelle fioriere intorno alla fontana spariranno forse al primo passaggio utile dei netturbini, ma ci si chiede perché la maleducazione li debba far cadere in un contenitore che indubbiamente non è un cestino.
Il centro città è un biglietto da visita e il nostro potrebbe essere decisamente migliore. Valgono le considerazioni già espresse sulla questione rifiuti: Palazzo Estense va alla grande sui grandi progetti, ma arranca un po’ sull’ordinario. E il problema delle strade rischia di non risolversi praticamente mai: messa a posto un’arteria – quest’estate ci hanno dato dentro con via Magenta, per esempio – ce n’è un’altra che chiama la stessa urgenza e un’altra il cui stato, nel medesimo mentre, passa da buono ad accettabile a compromesso. Entrando così nella lunga lista.
Il quotidiano online locale VareseNoi ha recentemente riportato la notizia che l’amministrazione ha incassato ben 2,2 milioni di euro da gennaio ad agosto 2022 e che la previsione per l’intero anno sfiora i 4,7 milioni. Alcune di queste entrare sono vincolate a coprire spese già sostenute altrove, altre – più del 50% secondo i dettami fissati da legge dello Stato – devono essere messe a bilancio per lavori inerenti anche la manutenzione stradale.
Chissà… “L’asfalto di guerra” varesino non attente che la pace. E il 15 novembre in città arriverà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, atteso per inaugurare l’anno accademico all’università dell’Insubria e per tagliare il nastro al nuovo palaghiaccio. Il suo avvento sarà lo stimolo per un qualche intervento nella nostra “piazza grande”?
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