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Apologie Paradossali

L’OCCASIONE

COSTANTE PORTATADINO - 14/10/2022

zucca(S) Zucc e melun, la so’ stagiun! Oggi è stagione di Meloni. Ancora qualche giorno e ne misureremo la maturazione. Ho come la sensazione che siano ancora acerbi, nonostante l’estate sia trascorsa. Non vorrei che dopo le stagioni lunghe del leghismo e del grillismo, quella del melonismo testimoni una accentuata liquefazione del sistema politico. La conseguenza spiacevole sarebbe l’arrivo della stagione delle zucche.

(O) Cosa intendi per zucche?

(S) Magari penso alle zucche di Hallowen, capaci di spaventare i bambini, ma vuote dentro. Non riesco proprio a desiderare un rapido tramonto dell’attuale stagione politica, avversata da diverse parti prima ancora che sia iniziata. Una nuova fase di governi d’emergenza sarebbe veramente da “Hallowen”.

(C) Abbiamo davanti agli occhi minacce ben più spaventevoli, la guerra, la recessione economica, l’inflazione, la crisi energetica e quella climatica. Meno evidente, ma forse più grave per tutta l’Europa occidentale è però la crisi antropologico-sociale. Spiego: antropologica perché alla radice c’è una concezione della natura umana, che è scivolata nel nichilismo e quindi nell’individualismo, di conseguenza ha provocato anche una crisi sociale, perché sono venuti a mancare ideali e fini comuni. Non mi preoccupano i pericoli contingenti, anche la guerra in Ucraina (prevarrà forse il buon senso, forse la paura) non mi terrorizza quanto la costatazione quotidiana del disfacimento sociale. Perciò, riprendendo la conclusione dell’apologia della scorsa settimana, esprimo la convinzione paradossale che ci sia una grande occasione per i cattolici anche in politica, proprio perché sono ancora la realtà più presente nel sociale. Basta solo che ci mettano una tensione culturale unitaria.

(O) Confrontiamoci con un giudizio totalmente laico: l’intervista del sociologo Aldo Bonomi al Manifesto: “Bisogna fare società, bisogna dare vita a politiche e forme di rappresentanza che si interpongano tra gli ultimi e i penultimi. Tra economia e politica, rimettere in mezzo la società… Faccio un esempio: durante la pandemia ci siamo accorti che avevamo costruito un welfare verticale, ci siamo accorti che lo Stato non aveva la capacità di percorrere l’ultimo miglio. Quello spazio per fortuna era coperto da un tessuto orizzontale di militanza sociale. Ma la politica non ha capito nulla e ha continuato come prima, pensando che fosse sufficiente delegare tutto ciò alla Caritas”. Ecco il limite della presenza politica dei cattolici degli ultimi due decenni: lasciarsi ridurre ad un compito di ausiliari, di subalterni delle forze politiche bipolarizzate, senza la capacità di evidenziare il valore politico della loro straordinaria presenza nel sociale, lasciarsi dividere artificiosamente: a destra quelli schierati a difesa della vita e della famiglia, a sinistra quelli per i poveri e i migranti.

(C) Gli uni e gli altri sanno che ciascuno dei due schieramenti corrisponde solo in maniera parziale e non adeguata a ciò che il pensiero cattolico considera BENE COMUNE e che esso non comprende solo queste due tematiche, per niente contrapposte, ma si allarga alla pace, allo sviluppo dell’economia, all’ambiente, al lavoro e soprattutto all’educazione e alla cultura, viste secondo il metodo della libertà e del pluralismo. Occorre dunque operare in modo da poter uscire da questo bipolarismo del rancore, che ha stravolto sia le istituzioni politiche, sia la vita sociale.

(O) Ma come si fa a far sorgere una stagione di dialogo e cooperazione che, per ottenere qualche risultato, dovrà essere ben più lunga di quella dei meloni e delle zucche?

(C) Non credo che basti immaginare che nel corso della legislatura si arrivi ad una legge elettorale non così divisiva come tutte quelle che si sono succedute negli ultimi trent’anni. Non ci si arriverà se non grazie ad un’iniziativa molto forte di tutto quel mondo sociale, animato dai cattolici, che si sta finalmente accorgendo di non potere restare subalterno alla frammentazione attuale di partiti politici, tutti poco disponibili al dialogo e alla collaborazione, perché condizionati da pregiudiziali ideologiche.

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante

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