“Giorgia Meloni è stata davvero brava”: comincia così l’unica, icastica, apodittica dichiarazione di Veronica Gentili, razzente volto giornalistico della razzente Rete4, inserita nel promo del suo programma di approfondimento politico del weekend. E come si chiama questo programma? “Dalla parte del Governo”? “Sul carro del vincitore”? “Dentro al coro”? No. “Controcorrente”.
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Dopo appena due settimane, il Grande Fratello Vip ha già il suo primo concorrente eliminato: si chiamava Marco Bellavia, di professione ex (ex, ex) conduttore della tv per ragazzi nei primi anni ’90. Il pubblico lo ha eliminato perché sbagliava i congiuntivi o faceva le puzzette di notte nel letto? No. È stato costretto al ritiro perché colpevole di aver espresso la sua patologia depressiva al resto del cast, che immediatamente lo ha isolato, sbeffeggiato ed etichettato come un reietto; la decisione di lasciare è venuta dopo alcuni giorni di teatrino francamente poco edificante. Un’altra brutta pagina di tv, immancabilmente seguita dai fervorini, le rampogne e le reprimende agli scorretti, cui ci ha abituato l’astuto conduttore Signorini.
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“Tale&Quale show” condotto da Carlo Conti ha ripreso la sua corsa, il venerdì su Rai1. Come ogni autunno, da dodici edizioni a questa parte. E come (quasi) sempre, ha avuto la meglio in termini di ascolti sui concorrenti delle altre reti. È, il suo, un programma che sembra il calendario di Frate Indovino, o la cronaca di una partita di calcio di serie B: sempre uguale a se stesso. Tutto è ripetuto e ripetitivo: conduttore, giurati, tavolo dei giurati, trucco dei giurati, dinamiche comiche, liturgia, ci sono persino un paio di concorrenti che sono sempre gli stessi, e sempre incapaci (ma li chiamano per quello). Nella grande incertezza dei nostri tempi, forse consola l’eterna replica del sempre uguale: un conforto per il grande pubblico, che ama sentirsi ripetere storie già sentite come il bambino di due anni che vuole sempre le stesse fiabe.
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