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Economia

PROGETTUALITÀ E TALLONE D’ACHILLE

GIANFRANCO FABI - 07/10/2022

L’assemblea 2022 dell’Unione Industriali

L’assemblea 2022 dell’Unione Industriali

Un territorio attrattivo, con una forte capacità innovativa, aperto a valorizzare il merito, con un’economia spinta dal manifatturiero, ma capace di comprendere tutte le dimensioni in una prospettiva di crescita. Questi gli obiettivi del piano strategico 2050 presentato dal presidente Roberto Grassi all’annuale assemblea dell’Unione degli industriali della provincia di Varese.

Un piano ambizioso, un punto di partenza per sollecitare una ripresa fondata sulla competitività e capace di mettere a frutto le grandi potenzialità che già esistono e che chiedono solo di essere liberate dai vincoli e dalle visioni di breve periodo

Cinque i punti di forza del Piano.

1) Creare una “Fabbrica del sapere e del saper fare”, un luogo “acceleratore di imprenditorialità”. Sorgerà a Castellanza, a fianco dell’Università, dove troverà posto la nuova sede dell’Unione che peraltro cambierà nome e si chiamerà Confindustria Varese.

2) puntare sui “cluster industriali”, le aree di specializzazione produttiva, puntando a realizzare una coerente strategia di sviluppo del territorio “promuovendo la contaminazione tra settori”.

3) realizzare un “ecosistema dell’innovazione”, favorendo la nascita di nuove imprese, sollecitando nuovi finanziamenti, realizzando percorsi incentivanti per i nuovi brevetti e l’innovazione.

4) sviluppare le reti logistiche, con in prima fila Malpensa, per rendere più accessibile e attrattivo il territorio.

5) puntare alla qualità della vita, valorizzando le prospettive turistiche e sportive e tutelando attivamente le risorse naturali.

“Vogliamo creare un nuovo senso di appartenenza per il nostro territorio” ha sottolineato Giorgia Munari, presidente giovani imprenditori, nell’intervento un po’ a sorpresa all’inizio dei lavori dell’assemblea. “Varese deve ricreare gli stimoli per attirare i giovani del mondo con una nuova capacità generativa di nuove industrie e nuova imprenditorialità”.

Nell’assemblea non sono mancati, sia da parte di Grassi, sia da parte del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, i richiami allarmati alla situazione di grave disagio in cui si trovano le imprese per l’esplosione dei costi dell’energia. “Dobbiamo mettere in sicurezza il paese sul fronte energetico altrimenti rischiamo la desertificazione industriale”.

Pur nella convinzione di vivere uno dei momenti più complessi degli ultimi decenni gli industriali varesini hanno dato una prova di coraggio e di giustificata ambizione. Con un punto particolarmente forte: la volontà di creare un clima di solidale partecipazione nella convinzione che le prospettive di ogni singola impresa passano necessariamente e positivamente anche da efficienti reti logistiche, da forti capacità di istruzione e formazione, da un ambiente accogliente e positivo.

Non si può tuttavia non rilevare un piccolo, ma importante tallone d’Achille di questo piano strategico: il rapporto con le istituzioni. Varese deve fare i conti con un’architettura istituzionale, basata su province depotenziate e regioni ad autonomia relativa, incapace di offrire le basi ad una impegnativa politica di sviluppo. E la politica regionale, spesso inconcludente e velleitaria, dovrà fare un doppio salto mortale per affiancare l’ambiziosa e costruttiva volontà degli imprenditori.

Ma come ha ricordato alla conclusione del suo intervento il presidente Grassi citando il futurologo Alvin Toffler: “Se non impariamo dalla storia, siamo condannati a ripeterla. Vero. Ma se non cambiamo il futuro, siamo condannati a sopportarlo. E questo sarebbe peggio”.

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