Parlare di calciopoli, scommessopoli, di squallori sportivi del genere, insomma, è ormai di moda. Anzi più che di moda sta diventando consuetudine. Il che impressiona. Certo impressiona perché se il fenomeno è in sé riprovevole ne lascia esterrefatti l’entità, la dimensione che, man mano, s’allarga sino a comprendere un numero di squadre e di giocatori sempre in crescendo. Ragionando per assurdo si potrebbe addirittura (così continuandosi) trovar più semplice il conto di quante e di quanti siano rimasti immuni.
Il che significa che quel gridare allo scandalo che anni addietro si era verificato relativamente ad alcune isolate situazioni è finito non solo nel nulla ma anzi ha –ignobilmente – portato una sorta di eco con tanto di invito all’emulazione. Altro che urlo di dolore!
Va anche detto – a onor del vero – che, alla prima uscita, la riprovazione era rimasta piuttosto contenuta rapportandosi la gravità del fatto al numero ridotto di casi erroneamente ritenuti imputabili a prodezze di discolacci che, in fondo, sul campo avevano sempre fatto il loro dovere. Del resto tra questi semplici mascanzoncelli della domenica, in fondo c’erano addirittura le “bandiere”, capitani, sottotenenti e caporal maggiori delle squadre: degni quindi (quasi) di rispetto e da mettersi solo dietro la lavagna con una tiratina alle orecchie e, se del caso, una bacchettatina (leggera per favore) sulle dita.
E guardate ora cosa è successo! In un coinvolgimento generale è difficile sentire qualche ventata pulita e capire da che direzione viene.
E si finisce con approdare ad una mancanza di rispetto di tutto e di tutti. Con tifosi che impongono ai giocatori lo spogliarello, delazioni di interpreti, minacce da parte delle rituali facce losche e magari anche da quelle, almeno all’apparenza, più pulite e, nel contesto, facce stranite da parte dei dirigenti responsabili. Facce queste che almeno da qui in poi non potranno più permettersi di essere stupite.
C’è da chiedersi come un marasma di simile portata, come e quando si riuscirà a rimetterlo in sesto. E chi riuscirà? Richiedendosi, ovviamente, non una soluzione temporanea ma sacrosantamente definitiva.
Chi riuscirà e come? Quando è venuto a mancare il rispetto di tutto e di tutti?
A mancare, insomma, il rispetto dello sport.
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