Nell’ambito dell’autunno letterario del Premio Chiara 2022 verrà presentato in Salone Estense sabato 1 ottobre, alle 16.30, il nuovo romanzo di Carlo Zanzi. Titolo: “La strada per le stelle” (Robin edizioni). L’autore varesino sarà intervistato dalla scrittrice Marta Morazzoni.
Siamo andati a trovare Zanzi nella sua nuova casa, un recente trasloco che non ha allontanato lo scrittore dalla sua amata Varese. Il romanzo in questione però non è ambientato nelle nostre zone, e questa è già una novità.
«Infatti, ho voluto raccontare una storia di pianura, i protagonisti sono Marco, di Castelleone, e Anna, di Goito. Ho lasciato Varese ma non le mie amate Dolomiti. Una parte del romanzo è infatti ambientata in Val Gardena, questa volta in inverno e non in estate, come nel precedente romanzo, Sassolungo».
Partiamo dal titolo: La strada per le stelle.
« È una storia d’amore, la storia di Anna e Marco; in un primo momento il titolo avrebbe dovuto essere proprio il nome dei protagonisti. Gli amanti di Lucio Dalla si saranno accorti che Anna e Marco è anche il titolo di una canzone di Lucio, che viene citata nel testo. E proprio da quella canzone ho tratto la frase La strada per le stelle. L’amore non è forse una strada verso le stelle?».
Quindi un amore poco problematico, idilliaco, romantico, giovane?
«Un amore giovane sì ma niente affatto idealizzato. La mia è una storia anzitutto sul coraggio: di vivere, di scegliere, di amare. L’amore è anche rischio».
Lo scorso anno ha presentato il romanzo “Sassolungo”, pochi anni fa “Nudo di uomo”, recente è anche “Il giorno che tremò la notte”: i romanzi non dovrebbero richiedere un tempo più lungo?
«Probabilmente sì ma i miei romanzi sono brevi e mi piace pensare ad un unico, corposo romanzo fatto di tanti lunghi capitoli, le mie singole storie. Credo vi sia una continuità di temi nella mia narrativa: ad esempio la presenza del sacro, di Dio».
In Salone Estense il primo ottobre sarà con lei Marta Morazzoni, una scrittrice affermata, un Premio Campiello alla carriera, la recente vittoria al Premio Chiara, romanzi tradotti in molte lingue: si sente di avvicinare la sua scrittura a quella della Morazzoni?
«La scrittura di Marta è raffinata, elaborata, ricercata. Le ambientazioni non sono le stesse, come ad esempio nel suo ultimo romanzo, Il rovescio dell’abito. Almeno scrivessi come la Morazzoni! La mia scrittura risente del mio essere anche giornalista: periodi brevi, una lettura agevole. Ho sempre il timore di stancare il lettore con frasi troppo lunghe o capitoli di venti pagine».
Sappiamo che il tema religioso è spesso presente nei suoi racconti. Non è una tematica rischiosa? Molti autori contemporanei la trascurano, oppure si corre il rischio di essere considerati di parte.
«La presenza di Dio, le domande su Dio sono per me pane quotidiano, quindi sarebbe una rinuncia troppo grande trascurare nella scrittura questa dimensione essenziale della mia vita».
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