La giovane universitaria pulisce meticolosa ed energica le scale che portano alla sala stampa della Fiera. La incontro più o meno tutti i giorni verso le 8.30 del mattino. Sorride e non sembra affatto frustrata dalla umile mansione affidatale. Pochi minuti prima tre simpatici adolescenti milanesi mi avevano aiutato a parcheggiare rapidamente la macchina in una delle grandi aree attrezzate. Chiacchieriamo brevemente: hanno turni di sei/sette ore sotto il sole. Eppure non si lamentano. Anzi: scherzano.
Salutando, uno di loro mi chiede di portargli una copia della ‘Settimana enigmistica”: «Sai… quando ci sono i periodi morti». Quest’anno i volontari che hanno “costruito” l’edizione del Meeting sono stati 3000. Cinquecento nella settimana dal 12 al 19 Agosto, gli altri durante lo svolgimento della manifestazione. È un esercito di universitari, lavoratori, padri, madri di famiglia, pensionati che offrono gratuitamente una settimana del loro tempo per stare, a proprie spese, nei padiglioni della Fiera come cuochi, autisti, guide, pulitori, parcheggiatori, facchini, camerieri solo per fare qualche esempio. Una risorsa nascosta e preziosa con cui non a caso il Presidente Draghi ha voluto farsi fotografare al termine del suo intervento.
Tra di loro tante ragazze e ragazzi. Giovani che a stento mettono a posto la loro cameretta e che qui invece puliscono metri e metri di saloni. Che “perdono tempo” con te per spiegarti una mostra per filo e per segno quando a scuola rispondono magari a monosillabi davanti ad una interrogazione. Cosa fa la differenza?
Quest’anno erano presenti anche alcuni volontari ucraini. Georgij ha trovato al Meeting di Rimini un luogo che definisce «un miracolo». Un posto dove riesce a riscoprire il bello della vita, la spinta che gli permette di affrontare tutte le difficoltà che lo attendono. «Se è possibile passare una settimana piena, autentica, ricca di incontri con persone sconosciute ma capaci di cambiarti - dice – allora è possibile rivivere tutto questo anche di fronte a una guerra». Olga aggiunge: «Mando continuamente in Ucraina immagini e filmati di quello che vedo qui al Meeting. Voglio testimoniare loro che c’è una realtà positiva».
Rosi lavora invece all’ufficio stampa: «Consiglio questa esperienza ad ogni giovane perché dal Meeting si impara sempre. Sia dagli incontri, dalle mostre ma soprattutto dai tanti incontri con le persone». È quello che racconta anche Omar che si occupa di fundraising: «Il primo giorno arriva una coppia e mi lascia subito un’importante donazione. Molto importante al punto che domando se per caso non si siano sbagliati. Mi risponde: ogni anno è la prima cosa che facciamo in Fiera. È il nostro modo di ringraziare per questo dono di grazia».
Un gruppo di dieci mamme, riminesi, ha voluto trasformare un pezzo del Meeting in un “Villaggio ragazzi”. Gratuitamente sono riuscite ad organizzare qualcosa di grande e bello, che ha sorpreso chiunque attraversasse il padiglione. Laboratori di falegnameria, giochi di matematica, corsi di fotografia, aule di lettura continuata: ogni cosa era pensata per rendere protagonisti i bambini. Una domanda che è stata posta al Meeting è “cosa fa politica”? «Politica – rispondono alcuni volontari – è sporcarsi le mani in qualcosa di concreto senza aspettare il “salvatore” di turno». Come queste mamme che educano al bello i propri e altrui figli. La politica nasce dal basso, dalla generosità anonima di tante persone, da genitori che si mettono in gioco, in prima persona, per far crescere un’umanità senza tornaconto, da migliaia di volontari che danno senza preoccuparsi di ricevere qualcosa in cambio. Si chiama principio di sussidiarietà: ricordarsene domenica prossima nel segreto dell’urna.
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