E’ scontato dare per comune quello che noi possediamo ma in realtà spesso non è così nemmeno per ciò che noi riteniamo semplice e direi, scontato.
Ad esempio la vita di tutti i giorni è piena di colori che ci aiutano a godere di tutto ciò che abbiamo attorno in modo completo, assieme agli altri sensi. In alcuni casi inoltre la percezione dei colori è determinante per il nostro lavoro basti pensare ad un pittore, ad un elettricista, a chi è in mare o fa sport e deve distinguere delle bandiere, a chi crea abiti o moda che sulle sfumature costruisce capolavori.
In realtà non tutti percepiscono i colori allo stesso modo: daltonismo e discromatopsia rosso-verde sono difetti visivi piuttosto comuni che alterano la percezione di colori base.
Spesso alcune persone nemmeno se ne accorgono fino a quando ad un controllo un po’ più specifico (ma molto semplice) se ne rendono conto.
Cerchiamo di capire quante forme di queste patologie esistono.
Innanzitutto distinguiamo tra difficoltà a percepire alcuni colori (discromatopsia), daltonismo parziale (acromatopsia incompleta) e daltonismo totale (acromatopsia completa).
Questi difetti possono essere congeniti ma talvolta anche legati a degenerazioni di parti anatomiche e quindi insorgere nel corso della vita. Danni di questo tipo possono essere anche provocati da particolari farmaci assunti per periodi prolungati.
Certo è che in alcune professioni particolari come quella dei trasporti, il personale di volo o anche chi semplicemente deve ottenere la patente nautica, il test per la valutazione dei colori è un passaggio obbligatorio.
Alla base di questa malattia vi è un difetto legato alle cellule della retina deputate alla distinzione dei colori (coni), mentre i bastoncelli permettono di percepire il contrasto luce-buio.
Chi non ha problemi ha tre famiglie di coni: quelli L che percepiscono il rosso, i C il blu e gli M il verde (L, C, M sono le lunghezze d’onda diverse della luce che colpendo l’occhio, stimola i coni che a loro volta stimolano parti diverse del cervello).
Se quindi manca una di queste tre capacità, il colore corrispondente non sarà percepito o percepito in modo limitato e vi sarà una discromatopsia od un daltonismo.
Quando è buio si attivano solo i bastoncelli, responsabili della percezione del contrasto luce/buio e quindi non si vedono i colori.
La discromatopsia più comune è quella rosso/verde che colpisce il 9% dei maschi ma solo l’1% delle femmine. Ne esistono due tipi, la deuteroanomalia (si percepisce male il verde) e la protanomalia (si percepisce male il rosso).
Chi soffre della prima vede gli oggetti di colore verde come più pallidi, a seconda della gravità della malattia può trovare difficoltà anche a distinguere tra blu e viola e rosa e grigio.
Chi soffre di protanomalia non distingue il rosso dal verde, per entrambe le patologie non vi è una terapia.
Esistono degli occhiali con particolari lenti che rendono la visione più confortevole perché agiscono sul contrasto tra i colori e riducono i riflessi.
Chi soffre di tricromatismo anomalo ha i coni necessari ma questi hanno sensibilità molto limitata e quindi una ridotta percezione dell’intensità dei colori che vengono così confusi.
L’acromatopsia completa non permette di percepire i colori e si ha una visione solo di sfumature di grigi (di solito ereditaria).
Quella incompleta permette di percepire solo alcuni colori dello spettro: ad es deuteranopia non si percepisce il verde, tritanopia non si vede il blu, protanopia manca il rosso.
La diagnosi di queste patologie si può fare in modo iniziale molte semplice mostrando al soggetto le tavole colorate del test di Ishihara. Queste tavole permettono di evidenziare difetti di percezione dell’asse verde/rosso e blu/giallo.
L’anomaloscopio di Nagel od il test Farnsworth-Munsell sono invece test meno semplici e comuni (ma molto efficaci).
Questa patologia prende il nome da John Dalton chimico inglese che nel 1794 la studiò e segnalò, essendone lui portatore.
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