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Società

DIVERSITÀ NON SOLO A PAROLE

CARLA TOCCHETTI - 18/05/2012

Una domanda paradossale deve avere storicamente impegnato la ricerca di filosofi e legislatori, nello sforzo di conferire adeguata etichetta all’io collettivo. Siamo tutti uguali o tutti diversi? E in che misura, per sancire l’uguaglianza, si deve passare attraverso il concetto di diversità? Trionfante semplicità nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo: “tutti gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”. Poi, però, una non piccola sottigliezza antropologica ci riporta alle diversità di carattere, di attitudini, di radici, che esprimono con evidenza l’identità di essere diversi. E’ forse il segno che l’uguaglianza vive nella diversità?

Nonostante centinaia di dichiarazioni universali, proclami, trattati, convenzioni, leggi e decreti locali, vi sono ancora resistenze – non solo a parole – ad applicare una cultura della diversità, che ribadisca il principio di uguaglianza nella tutela dei diversi e nella lotta contro le differenze. Per dare forza e concretezza a questo bisogno di indirizzo già nel 1996 venne istituita la figura del Ministro delle Pari Opportunità: nell’attuale legislatura è ricoperta da Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e Politiche Sociali. Il Ministero, nell’ambito delle competenze dello Stato, promuove ogni utile iniziativa ai fini del rispetto del principio di non discriminazione e in particolare della promozione di pari opportunità per lavoratrici e lavoratori. Sul territorio provinciale la Consigliera di Parità, nominata dal Ministero per il Varesotto, è Luisa Cortese (consigliera effettiva).

L’obiettivo della Consigliera è la “diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti di ciascuno in tutta la loro diversità”. Nella pratica, però, scopriamo quanto incidano le discriminazioni sessiste soprattutto nell’ambito del lavoro delle donne: in termini di minori opportunità di accesso al lavoro, ai corsi di formazione, allo sviluppo della carriera, al livello di retribuzione, a diritti connessi alla maternità o a esigenze di conciliazione dei tempi della vita o di lavoro.

Quel lavoro delle donne che potrebbe essere foriero di stabilità economica e sviluppo familiare e sociale, e invece, all’alba del 2012, ancora ci sorprende per come è pervaso da retaggi e pregiudizi. La Consigliera si occupa di fenomeni di discriminazione avvenuti principalmente sul luogo di lavoro: un centinaio le lavoratrici assistite in Provincia di Varese nel 2011. Particolare attenzione, con iniziative di sensibilizzazione anche presso il pubblico, è posta alla condizione occupazionale femminile e in particolare alla situazione alle lavoratrici madri che danno le dimissioni durante il primo anno di vita del bambino. Ma anche altri aspetti relativi alla disoccupazione femminile e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delineano un profilo di rischio sociale per le donne. Proprio per contrastare questi fenomeni in tutta la Regione, è stata attivata una rete territoriale provinciale con le Consigliere e il favore di enti quali ASL, Camera di Commercio, CCIA e Consiglio di Rappresentanza di Sindaci.

Azioni che mirano ad attuare una vera rivoluzione culturale: per individuare non solo valori comuni da condividere, ma anche equilibri di convivenza in presenza di valori diversi. Vivere insieme nonostante e grazie alle nostre diversità, diversità che si alimentano reciprocamente della diversità degli altri. Si dice nella Dichiarazione degli Obiettivi del Millennio che la nostra è la prima generazione che dispone di tecnologia, risorse e competenze tali da poter eliminare le discriminazioni: mancano meno di mille giorni alla scadenza fissata per il conseguimento delle promesse. E quanta strada ancora da fare.

Carla Tocchetti

Per approfondimenti: Ufficio della Consigliera di Parità, Assessorato al Lavoro e Politiche Giovanili, via Valverde 2, 0332- 252729.

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