Pensando a Beethoven siamo soliti concepire la sua musica soprattutto nei termini del genio, che si aderge come eroico Titano contro il Destino. Quanto alla sua vita affettiva, sentimentale, notiamo però che i primi amori del giovane corrispondono più che altro ad infatuazioni: donne sposate o già impegnate, amori non corrisposti, relazioni idealizzate. Per l’età matura ci sono da rilevare esiti parimenti fallimentari in termini di progettualità realistica di desiderio, ahimè frustrato, di un profondo legame familiare, di una corrispondenza d’amorosi sensi infelice, partecipata sintonia anche in momenti di dolore e di contrarietà, avvertiti con sensibilità crescente, a prescindere dal non facile carattere.
Un mistero ha avvolto a lungo la figura dell’Immortale amata, di cui al Lied op.WoO 140 (Catalogo delle opere senza numero di catalogazione), ma soprattutto al ciclo di Lieder op.98 An die ferne Geliebte, databile all’aprile 1816 su testo di Aloys Jetteles, studente di medicina e poeta dilettante. Nel primo brano l’amante contempla e fissa lo spazio, in cui l’amata è scomparsa; nel secondo, parendogli di poterla inseguire, è colto da scoraggiamento; nel terzo e quarto l’amante invoca uccelli e nubi a testimoniare il suo lamento; nel quinto si celebra il ritorno del maggio fiorito; il sesto è la dedica dei canti, con l’invito a rinnovarli a sera col dolce suono del liuto.
È nel complesso un componimento nostalgico, di rimpianto, di vagheggiamento, un addio alla giovinezza, alle aspirazioni matrimoniali, alla grandiosità epica. Nessun ricorso alla retorica o appello alla pietà. Straordinaria risulta l’unità formale con episodi saldati l’uno all’altro attraverso interludi strumentali. Il pianoforte si fa protagonista nelle otto battute d’aggancio. L’andamento circolare presenta ricchezza di corrispondenze tonali. Il clima intimo e raccolto anticipa le atmosfere schubertiane.
Il Lied WoO 140 (An die Geliebte) è riconducibile a due versioni, l’una del 1811 con voce, chitarra e pianoforte, l’altra del 1814, per voce e pianoforte. Tonalità in re maggiore. I biografi ormai unanimemente concordano per la dedica sul nome di Antonia Brentano: non si sa quando la reciproca venerazione si sia trasformata in amore. Ad Antonia Brentano Beethoven ha già fatto dono dei tre Lieder op.83 del 1810 su testo di Goethe con la trascrizione per pianoforte del Cristo sul monte degli ulivi (op.85). Il primo Lied (Wonne der Wehmut, Struggimento), il secondo (Sensucht, Nostalgia), il terzo (Mit einem gemalten Band) risultano disuguali. Solo il primo è ricco di delicatezza, ma immune da sospiri o eccessivi lamenti.
Nella primavera del 1810 Beethoven ha conosciuto Bettina Brentano abitante a Francoforte, illusorio fantasma d’amore, discendente da una potente famiglia di banchieri d’origine bergamasca, intima amica di Goethe e mediatrice culturale fra i due artisti. Antonia, aristocratica signora viennese, più giovane di dieci anni, ha sposato Franz Brentano, fratellastro di Bettina. Segue una cordiale amicizia con i due coniugi e l’affetto per la figlioletta decenne Maximiliane, per cui viene scritto un facile Trio per pianoforte WoO 39.
Per quanto concerne le figure amate dal giovane Beethoven risalgono al 1799 le sei Variazioni per pianoforte a 4 mani sul Lied Ich denke dein – Penso a te) WoO 74 per Josephine von Brunsvik, andata però sposa al Conte Joseph Dehm, passione riaccesa, invano, nel 1810. Del 1795-1796 il Lied Adelaide in sibemolle maggiore, su testo di F. von Matthisson, poeta legato alla scuola di Klopstock.
In età matura nel 1809 Beethoven compone la Sonata n.24 per pianoforte A Thérèse von Brunsvik, sorella dell’amico Franz. Il canto vi è trasparente e quieto, stringata la forma; l’affettuosa tenerezza si riflette sulla sonorità. Due soli i movimenti, senza traccia del lento centrale. Del 1810 è la Bagatella in la minore per pianoforte Für Élise (WoO 59), brano universalmente celebre, in realtà dedicato a Therese Malfatti, di 29 anni più giovane di Beethoven, che presentò alla famiglia di lei domanda di matrimonio senza fortuna. Mai Beethoven si sentì vicino al matrimonio come in quello spensierato 27 aprile 1810.
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