Televisivamente parlando, l’estate 2022 è listata a lutto per la scomparsa di Piero Angela, grande, grandissimo, eminente divulgatore della TV di Stato, pioniere di quel giornalismo scientifico capace di parlare a tutti di temi importanti senza cadere nell’accademia. Indimenticabile quando – erano i pieni anni ’80 – si travestì da astronauta in una scenografia a dir poco ingenua, per spiegare al pubblico i viaggi spaziali. All’epoca, fu uno choc.
La sua creatura più importante è stato il programma “Quark – Viaggi nel mondo della scienza”: andò in onda per la prima volta il 18 marzo 1981, annunciato dalla “fatina” Maria Giovanna Elmi. E fu storia fin dalle note iniziali della Suite n.3 in re maggiore di Bach, sapientemente scelta come sigla. Quella sera, raccontano gli almanacchi, la puntata fu seguita da 9 milioni di spettatori, cioè più di quanti non seguano oggi complessivamente una prima serata sulle sei reti principali.
La modernità del trattamento e la bravura nella scrittura era ed è evidente ancora oggi, tanto più se confrontata con pur validi prodotti attuali: Quark era decisamente “avanti”.
L’ultimo capitolo di questa epopea si è chiuso il 24 agosto scorso, quando Angela, congedandosi dal pubblico di “Superquark”, ha in realtà rilanciato l’appuntamento con una serie inedita di appuntamenti, intitolata “Prepararsi per il futuro” e dedicata ai temi dell’energia e dell’ambiente. Un progetto pensato specificamente per il mondo della scuola, di prossima trasmissione, un’impresa portata avanti ormai al lumicino delle forze e a cui il decano del giornalismo ha fatto sapere di tenere molto, anche per il significato “testamentario” che l’argomento sottende. Lo ha affermato nella lettera di congedo rivolta al suo pubblico, che è stata pubblicata sui suoi canali social all’indomani della scomparsa; il testo si chiude con una frase ad effetto, che ha fatto riflettere molti: “Penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese”.
Angela rimarrà un gigante del suo settore, un patriarca del servizio pubblico, di cui è stato uno dei beniamini in video fino alla veneranda età di 93 anni.
Ci sia però consentita una critica verso colui che ha speso anche le sue estreme parole per incoraggiare i giovani: Piero Angela – eccezion fatta per suo figlio Alberto, altro ottimo professionista, preparato e molto apprezzato dal pubblico – non ha allevato eredi, non ha lanciato volti nuovi, affiancandoseli in video e condividendo con loro la propria notorietà. In fondo, un programma come il suo avrebbe ben consentito di crescere più e più generazioni di talenti promettenti, mettendo loro a disposizione un marchio di successo, garanzia di qualità; facendolo, avrebbe in qualche modo reso meno traumatico anche il vuoto creatosi da quelle parti in Rai.
Angela ha certo fatto la sua parte, come ha scritto nel suo testamento “pubblico”, l’ha fatta bene e l’ha fatta fino in fondo, nella beata solitudine famigliare.
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