Attualità

L’OCCASIONE

FRA LUIGI BOCCARDI - 22/07/2022

La Notte Stellata di Vincent van Gogh

C’è un testo splendido della nostra tradizione ambrosiana, l’inno Aeterne rerum conditor, che si rivolge al Dio creatore di tutte le cose. Nel cantare la creazione riconosce anche la sapienza di Dio nel fatto che ha stabilito per l’uomo tempi diversi: Aeterne rerum Conditor, noctem diem que qui regis, et temporum das tempora, ut alleves fastidium (Eterno creatore del mondo, che regoli la notte e il giorno, e disponi il succedersi dei tempi, per alleviare la noia).

Dio ha stabilito tempi diversi per evitare all’uomo la “noia”, il fastidium direbbe il testo latino. Dio ha stabilito tempi diversi: il giorno e la notte, il succedersi delle stagioni, il tempo del lavoro e il tempo del riposo. Già nella creazione ha previsto queste differenze, ha “riposato” anche lui, ha posto termine alla sua opera creatrice come per dire all’uomo: vedi, mi fermo anch’io, anch’io mi prendo del tempo per contemplare quello che ho fatto, per gustarne la bellezza, per benedirlo con la mia silenziosa presenza.

È proprio la varietà dei tempi che fa la bellezza della vita dell’uomo, quella che ci dice che l’uomo non è fatto per una cosa sola: non è né una macchina per produrre, né un essere chiamato a buttar via la sua vitata nelle frivolezze: è un soggetto chiamato a realizzare la sua umanità in tanti modi diversi che tutti arricchiscono lui e arricchiscono insieme il suo mondo.

Se il tempo del lavoro dice il nostro impegno per migliorare il mondo, per mantenere noi e la nostra famiglia, e la creatività che siamo chiamati a mettere nel nostro cammino di ogni giorno, il tempo delle vacanze parla un altro linguaggio che mette al centro non più la logica dell’efficientismo (che giustamente nel lavoro è sottolineata come importante) ma altri valori che siamo chiamati a recuperare.

Il primo è il valore della relazione: quante volte diciamo che ci manca il tempo per stare insieme, per parlare delle nostre preoccupazioni o dei nostri desideri? Quante volte abbiamo detto che la sera, arrivati a casa stanchi, sistemata la casa, ascoltati i bambini, ci avanza solo il tempo e l’energia per metterci sul divano e guardare (magari neppure fino alla fine) una serie televisiva? Certo tutto quello che facciamo lo facciamo per la nostra famiglia, per i nostri cari: ma è importante anche saperselo dire con calma, prendersi del tempo per ascoltare l’altro, per sentirci davvero insieme in un cammino e in un progetto comune.

Poi viene l’importanza del vedere, del guardarsi intorno, del gustare la bellezza delle cose che sono intorno a noi. Normalmente andiamo a passare le vacanze in luoghi molto belli, che ci offrono panorami mozzafiato di fronte ai quali è facile restare incantati. Ma a volte possiamo anche soltanto riscoprire la bellezza delle cose di ogni giorno, guardarci intorno e guardare le cose con occhio più attento e stupito. Non dice il Signore: guardate i gigli del campo, guardate gli uccelli del cielo? Il Signore stesso ci invita a entrare nel suo sguardo, lo sguardo stupito e riconoscente di chi sa leggere nella bellezza delle cose una traccia, un segno della bellezza del creatore.

Poi il silenzio, un valore da ritrovare. Siamo presi tutto il giorno da tanti rumori: è bello lasciare il silenzio entrare dentro di noi, aiutarci a leggere le nostre sensazioni più profonde, aiutarci a ritrovare la dimensione vera della vita.

Poi… beh ci sono un sacco di libri nelle librerie… Trovare il tempo per leggere qualcosa, un buon romanzo o un testo di meditazioni ci aiuta forse anche a riscoprire dimensioni nuove della vita, ad ascoltare altre esperienze, a riflettere sul significato di ciò che viviamo ogni giorno.

Ognuno viva tutto questo secondo le sue esigenze, i suoi gusti, la sua personalità: ma credo che vivere queste dimensioni possa davvero aiutarci tutti a non fare delle vacanze un tempo vuoto, ma un tempo significativo che ci aiuta a ritrovare il senso della nostra vita e della nostra fede.