Questo doveva/voleva essere un articolo sulla crisi di governo, sciaguratamente aperta dai grillini, irresponsabilmente conclusa dal centrodestra. Ma siccome non servono parole per esprimere il disgusto di fronte a uno spettacolo indecente, squallido, vergognoso; e neppure per apprezzare la dirittura morale, l’impegno straordinario, il senso dello Stato di Draghi; né per fare retorica sui peggiori che scacciano i migliori, e sul miope/vendicativo Parlamento che irride alla mobilitazione spontanea del Paese; allora sembra il caso di usarle, le parole, a pro d’un diverso argomento.
Prima di vacanze tribolate, se non cupe, diciamo per una volta di RMFonline. All’inizio dell’autunno compirà quattordici anni. Un’era geologica, dato il galoppare dei tempi. Nel 2008 rispondemmo in numero sobrio all’invito editoriale di padre Gianni, poi l’entusiasmo allargò la squadra. Che ha giocato battaglieri campionati: in campo tante idee, bruciate molte energie, persuaso/costante l’ossequio al volontariato. Di stagione in stagione abbiamo perso un sacco d’amici, due negli ultimi giorni. Ma non ne abbiamo smarrito la memoria, il sostegno, lo spirito. La virtuosa e nobile compagnia.
L’avventura è proseguita, una scommessa ogni settimana. Nel senso: mai saputo otto giorni prima se saremmo riusciti a offrirvi otto giorni dopo il numero successivo di RMFonline. Così vuole la gratuità del servizio di gruppo: ci s’immagina con forza che resista, ma può accadere che il sottile equilibrio si spezzi. Finora non è capitato grazie a una misteriosa acrobazia resistenziale ad accidenti d’ogni tipo. Solo il destino sa leggere nel futuro.
Ora, nella quiete estiva in cui sosta l’anima, vale omaggiare l’intento collaborativo di persone speciali, l’adesione naturale/generosa a un progetto vissuto in armonia, la fedeltà all’impegno di testimonianza comunitaria. Non sono chiacchiere. Sono fatti. Meritevoli d’esser citati per il valore esemplare che rappresentano.
Non esiste orgoglio di testata. L’ybris è sconosciuta a chi s’adopera con umiltà al servizio d’una meritevole causa. I francescani di Varese han regalato (regalano) spazio mediatico libero, liberissimo, ai disponibili a fruirne con onesto intelletto: dono ricambiato da impegno, competenza, qualità. Senza dichiararne l’ambizione, e però con intuito evangelico da “buona notizia”, padre Gianni ha costruito un modello di comunicazione laica del cattolicesimo più tradizionale e popolare. Gli siamo riconoscenti, noi che abbiamo avuto la fortuna di viaggiare fino ad oggi su questo treno della vita giornalistica. Glielo saranno domani i vecchi e nuovi ospiti a bordo. Il convoglio séguita a correre, e non importa con quale locomotiva, e quante carrozze, e passeggeri di che provenienza/bagaglio. Importa, di stazione in stazione e su binari ormai familiari, non cambiare la meta. Il cartello d’arrivo, vernice blu e bianca, reca l’indelebile scritta “Grazie”.
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