In Confidenza

BEATI I MITI

Don ERMINIO VILLA - 07/07/2022

Nella Scrittura la mitezza – prima di essere la virtù morale che frena l’istinto della collera e l’impeto della volontà – è la disposizione interiore di chi ama la pace e la pienezza che solo Dio dona e a lui si affida.

Nel salmo 37 i giusti sono scandalizzati dalla prosperità degli empi. Il salmista invita i giusti a pazientare, senza andare in collera.

Se i giusti pazienteranno, vedranno il castigo degli empi e come i poveri “avranno in eredità la terra e saranno rallegrati da una grande pace”.

Questi sono i miti: chi conserva il silenzio davanti al Signore e lo attende con pazienza, chi resta in umile sottomissione, in paziente e fiduciosa attesa, in contrasto con la ribellione dell’invidia e del furore.

Gesù mite

Gesù è il “mite” che si propone come modello per i suoi discepoli: egli “non discute, non grida, non spezza la canna incrinata né spegne il lucignolo fumigante”.

Si oppone ai “sapienti” (che opprimono i poveri con osservanze e pratiche che rendono la vita impossibile), definendosi “mite ed umile di cuore” (Mt 11,28-30).

A Gerusalemme, infine, Gesù arriva cavalcando un asino, immagine del re messianico pieno di mitezza del profeta Zaccaria.

L’ingresso nella città santa esprime la mitezza del Messia che rifiuta la guerra e la violenza.

Beati noi

Miti sono coloro che conformano i loro sentimenti a quelli di Cristo Gesù.

Questo possesso si compirà nella vita eterna, ma già oggi si attua in uno stile di vita che vede il mondo non come una prigione, ma come una casa accogliente, perché divenuto luogo della benedizione divina.

Attenzione, la terra non è conquistata, ma “ereditata”: deve essere accolta come il dono di Dio ai suoi eletti, al suo popolo.

L’eredità della terra va intesa come simbolo del godimento tranquillo di una felicità stabile, strettamente legata all’idea della pace.