Opinioni

LA CURA

ALFIO FRANCO VINCI - 07/07/2022

L’inflazione, già arrivata a + 8%, pare destinata a raggiungere presto le due cifre; un ritorno al passato di oltre 30 anni, senza però i meccanismi di compensazione automatica del potere di acquisto delle retribuzioni che, in questo modo consentivano ai lavoratori di non soccombere sotto il peso di una inflazione galoppante, che però, al contempo era una vera e propria “febbre di crescita” per l’economia nazionale.
Proprio perché, così come per i giovani esseri umani si dice che “le febbri aiutano a crescere”, i buoni medici dell’economia italiana, la CGIL e CONFINDUSTRIA, nel 1945 sottoscrissero l’accordo per il meccanismo di compensazione del l’inflazione, quintessenza della crescita economica che si chiamò Scala Mobile.
Ebbe lunga vita, circa 40 anni e resistette perfino alla legge Craxi del 1984, che la voleva cancellare, abrogata immediatamente con un referendum a firma Enrico Berlinguer, rimanendo in vita fino al 1992.
Era in meccanismo in fondo semplice ed equo, almeno fin quando i settori tradizionali, cosiddetti settori maturi del tessuto imprenditoriale italiano, non dovettero cedere il passo, nelle stanze dei bottoni, alla finanza creativa, e ad altre forme e modi di fare impresa, molto più simili a business filibustering che attività soggette a rischio d’impresa.
A distanza di trenta anni della definitiva scomparsa del rimedio, ci troviamo di nuovo di fronte alla patologia che diede origine alla terapia quasi 80 anni fa. Come dire: «Si è ripresentata la poliomielite» perché non tirare fuori dal l’armadio farmaceutico il vecchio vaccino, senza aspettare di vedere prima quanti ne muoiono e quanti restano invalidi? È chiedere troppo?