Al Berchet, prestigioso e storico liceo classico milanese, con un mese di anticipo sul calendario ufficiale, è già tempo di pagelle, ma questa volta sono i ragazzi a dare i voti ai professori.
“Il Berchet dà i voti ai prof”, così titolava il “Corriere della Sera” il 5 maggio scorso, l’introduzione della valutazione a scuola. Per la verità non è la prima volta che al Berchet vengono assegnate le pagelle ai professori. L’istituto aveva già provato a darle nel 2009, ma l’esperimento non era riuscito, anzi aveva sollevato la protesta degli insegnanti che non avevano gradito che venissero sbandierate pubblicamente le insufficienze, ed avevano scatenato un putiferio. A tre anni di distanza la valutazione dei docenti, riveduta e corretta, si è conclusa, questa volta, senza intoppi. Ai ragazzi sono state consegnate le schede, una per insegnante e dopo due ore di assemblea d’istituto sono state trasformate in un esame generale di tutti e 90 i docenti della scuola. “Li abbiamo giudicati sulla puntualità, su come danno i voti, sul rapporto con noi studenti, sull’equità di trattamento, sulla disponibilità,” hanno raccontato i liceali. Le votazioni si sono svolte classe per classe in una lunga assemblea d’istituto, con qualche muso lungo fra i docenti, ma con la benedizione del preside Innocente Pessina, a favore della valutazione totale: “La valutazione dei docenti è importante” – dice il preside -. “per questa ragione mi sono reso disponibile e i ragazzi hanno potuto esprimere il loro giudizio anche sul mio operato. Il metodo scelto poi prevede il rispetto della privacy in quanto le valutazioni (anonime) degli studenti saranno consegnate in busta chiusa al sottoscritto e ai professori”.
“Quest’anno, non rendendole pubbliche, abbiamo trovato il modo per non offendere nessuno — spiega Alessandro Massazza, rappresentante d’istituto — non vogliamo attaccare i nostri insegnanti, solo fornire uno strumento utile per il loro lavoro”. “Non è una goliardata e non cerchiamo vendette, vogliamo semplicemente dare un contributo serio al miglioramento della scuola,” dicono i ragazzi.
Questa iniziativa del Berchet, era già stata preceduta dal linguistico Manzoni, sempre a Milano, ma ormai la valutazione, pur tra serie resistenze consistenti degli insegnanti, sta guadagnando consensi in vari istituti di’Italia, tra il corpo docente più avvertito che desidera essere valutato e riconosciuto per i suoi meriti. Certo permangono remore forti da parte di quegli insegnanti di ogni ordine e grado che, come dice la dottoressa Bossi Fedrigotti, rispondendo sul Corriere, ad una lettera di una docente delle scuole medie, favorevole all’iniziativa, che vorrebbe estendere la valutazione anche nel suo grado –“possono non gradire affatto di sentirsi giudicati da chi hanno giudicato, pensando alla fatica che fanno, al poco che guadagnano e alla sempre più scarsa considerazione della quale godono”. Le resistenze da parte dei docenti nascono dal fatto che giudicano i propri alunni, non in grado, né maturi per una valutazione serena. Gli alunni dicono “pensano che i loro insegnanti siano “bravi” e simpatici se non sono severi e mettono voti alti; mentre siano “cattivi” se fanno lavorare e mettono voti bassi”. Ma naturalmente questo non riguarda che una ristretta minoranza di studenti; mentre se li si coinvolge nel processo educativo e li si educa a valutare criticamente ed auto – criticamente il proprio e l’altrui operato, non possono che crescere e maturare e diventare cittadini responsabili.
Nel corso della mia attività educativa, se mi è consentito una notazione personale, ho sempre cercato di far capire a quegli allievi che credevano di valutare gli insegnanti, distinguendoli in “bravi” e “simpatici,” se mettevano pochi compiti e voti alti; ed “asini” e “cattivi”, se erano severi, e mettevano voti bassi e molti compiti, fossero in realtà facce di uno stesso falso modo di concepire la valutazione, perché il processo educativo è un fenomeno complesso ed intrecciato su vari piani, nel quale agiscono dialetticamente vari fattori; e quindi non può essere banalizzato e semplificato in due battute e per giunta in modo manicheo. Perciò se volevano giudicare correttamente i propri insegnanti avrebbero dovuto servirsi di ben altri e più rigorosi ed articolati criteri di valutazione. Consapevole dell’importanza di ricevere un riscontro del mio agire didattico ed educativo, ho sempre sottoposto, nella mia lunga attività di docente, con questionari e schede, la mia attività pedagogico – didattica alla valutazione dei miei numerosi alunni e questo ha favorito la loro e la mia crescita personale, che come tutte le crescite, non sono date una volta per tutte, ma sono in continua formazione e revisione. Questo perché ho sempre ritenuto e ritengo non solo che fosse mio dovere coinvolgere gli studenti nel mio operato educativo, che come ogni rapporto corretto dovrebbe essere un rapporto dialettico e biunivoco, in quanto all’insegnare deve seguire l’apprendere, pena il fallimento del processo educativo stesso, ma anche perché, preparando ed esercitando gli allievi nella capacità di valutazione critica, secondo parametri oggettivi, sottraevo la valutazione a criteri discutibili ed aleatori, sviluppando parimenti una capacità critica ed autocritica, capacità essenziale e fondamentale in un’epoca, come questa dove si alternano imbonitori e manipolatori della peggiore risma.
Quindi al fine di alimentare in classe una cultura della valutazione e far emergere e riconoscere il merito e il talento, solevo sottoporre alla loro riflessione la scheda che segue, tratta dal mio saggio: “Mass media a scuola come e perché. Nei ricordi e nelle testimonianze di un insegnante e dei suoi ex allievi”, 2011. Il questionario è stato da me articolato, nei suoi vari punti, secondo lo schema del “Sapere”, “Saper fare” e “Saper interagire,” cioè sui tre cardini essenziali, strettamente intrecciati tra loro, che dovrebbero caratterizzare la nuova professionalità docente del Terzo Millennio:
VALUTAZIONE DIDATTICO – EDUCATIVA
(Una modesta proposta teorico-pratica sulla valutazione)
Il tuo insegnante di….
N. B.
La valutazione dovrà essere espressa per ogni singolo punto da 1 a 10 e la somma del punteggio darà, con un’apposita e semplice griglia (Insufficiente, buono, discreto ottimo, eccellente) l’indicazione del livello di professionalità raggiunto secondo la valutazione degli alunni. Più il punteggio sarà basso nel suo complesso più la valutazione delle capacità dell’insegnante sarà critica e negativa.
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