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Attualità

PARTITE AUSTRALIANE

CESARE CHIERICATI - 01/07/2022

pelligraDalla fluviale conferenza stampa di sabato scorso 25 giugno a Palazzo Estense, dove l’imprenditore australiano di origini siciliane Ross Pelligra, leader di un robusto gruppo immobiliare, si è presentato alla città, sono emerse una costante e due variabili. La costante è che il boss venuto dall’altra parte del mondo è seriamente interessato a mettere ossigeno nelle casse della Pallacanestro Varese alleandosi con l’attuale amministratore delegato Luis Scola. Obiettivo? Allestire con gradualità una squadra all’altezza della sua storia e del suo blasone oggi discretamente offuscati. Quindi investimenti sull’intero parco giocatori e disponibilità a valutarne altri da indirizzare sul Palazzetto della sport il cui ammodernamento dovrebbe essere già in parte, ma solo in parte, garantito dai due milioni di euro stanziati dalla Regione Lombardia.

Le due variabili rilevanti sono invece il vecchio Franco Ossola e il riassetto urbanistico dell’intera area da sempre connessa agli impianti sportivi. Lo stadio, costruito negli anni trenta e di proprietà del Comune, ha da tempo bisogno di cure urgenti per consentire alla Città di Varese, nato faticosamente dopo il tracollo finanziario del Varese F.C nel dicembre del 2018, di rilanciare i colori biancorossi.  La neo risorta squadra varesina si è infatti guadagnata sul campo il diritto di partecipare al ripescaggio in serie C. A patto che l’impianto sia in regola con le norme previste dalla Federazione. Una situazione ancora fluida per tanti soggetti: la società calcistica, il Comune che pure ci mette soldi, le società sportive che usufruiscono comunque degli spazi del vecchio impianto. E’ quindi comprensibile che né il sindaco Galimberti né tanto meno il Pelligra abbiano nominato il Franco Ossola durante lo show mediatico. Perché se è vero che il Pelligra group è un impero immobiliare con radici in varie parti del mondo, è ragionevole pensare che l’obiettivo finale strategico potrebbe in effetti essere il riassetto complessivo di una fetta di Masnago, importante rione della città giardino il cui epicentro sono le strutture sportive, compresa la vecchia pista in disarmo del velodromo Luigi Ganna.

Già qualche anno fa c’era stata una manifestazione d’interesse in merito da parte di un gruppo italiano, che puntava alla costruzione di un nuovo stadio polivalente. Non se ne fece nulla (ultima giunta Fontana) perché il progetto, in sostanza, non teneva conto del forte impatto urbanistico che avrebbe potuto avere in un’area di pregio ricca di zone verdi pubbliche e private, abbastanza abitata, densa di funzioni commerciali e di impianti scolastici, nevralgica viabilisticamente per tutta la parte nord di Varese. In base a questi elementi è evidente che un intervento sullo stadio e sull’area circostante deve essere studiato, discusso e meditato con tutte le parti in causa, a cominciare dai residenti. Sostengono gli esperti che per formulare qualunque intervento che modifichi o integri il tessuto urbano “si dovrebbero esaminare preventivamente, con rigore e competenza specifica, i bisogni della città e dei cittadini per integrare l’area nel contesto d’insieme con un solido impianto urbanistico” (Semi di città 2015). Nel 2019 un altro gruppo australiano, Centrum Stadia, rimise gli occhi sul vecchio Ossola. John Caniglia, allora segretario della Camera di Commercio italo-australiana che affiancava i suoi connazionali, era stato chiaro dicendo: “Nel caso di Masnago non si tratta di ricostruire uno stadio, ma di creare un quartiere polifunzionale per la città con un respiro internazionale. Un’area non solo di sport, ma anche di intrattenimento per eventi, turismo e lavoro”. Insomma la carta che potrebbe essere rigiocata dal nuovo investitore.

La posta in gioco a medio termine è alta e va ben oltre il basket. Potremmo quindi essere ai preliminari di un confronto pubblico – privato i cui sviluppi, se ci saranno, andranno seguiti con grandissima attenzione. Intanto Ross Pelligra si è portato avanti tornando in qualche misura alle origini della sua famiglia. Ha acquistato la proprietà del Catania calcio, club scivolato nel nulla pedatorio dopo anni in serie A e qualche soddisfazione ottenuta a spese di blasonatissime compagini del Nord.

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