In questi giorni le Forze dell’Ordine hanno intensificato i warning sull’utilizzo di alcuni farmaci acquistabili su internet e connessi all’attività sportiva.
Intervento quanto mai opportuno per fare chiarezza in un campo dove spesso non è chiaro dove finisca il bianco ed inizi il nero. Inoltre l’acquisto di farmaci on line rappresenta naturalmente sempre un grande rischio perché vengono saltate tutte le più elementari barriere protettive che partono ad esempio dalla semplice prescrizione medica.
La famiglia dei farmaci incriminati è quella dei Sarms un acronimo che sta per Selective Androgen Receptor Modulators. Si tratta quindi di molecole che hanno come obbiettivo quello di andare a modulare in modo selettivo i recettori del testosterone di alcuni tessuti.
Sono quindi in grado di mimare l’attività ormonale senza essere un vero e proprio ormone. Per capire quale sia il problema bisogna ovviamente partire dalle funzioni che ha il testosterone.
Questa sostanza fa parte della famiglia degli androgeni responsabile tra l’altro dei caratteri secondari degli uomini come la barba o la voce, lo sviluppo della massa muscolare, degli organi genitali, della libido etc etc, è presente anche nelle donne sebbene in quantità minore. La sua quantità in circolo è più elevata nella pubertà quando queste funzioni debbono essere stimolate e tende progressivamente a diminuire con il progredire dell’età (generalmente dai 30 anni in avanti).
È secreto dalla ghiandole surrenali, cosi dette perché situate anatomicamente sopra i reni, ma negli uomini anche dalle cellule di Leydig situate nei testicoli mentre nelle donne dalle ovaie (piccole quantità).
Livelli di testosterone troppo alti o troppo bassi determinano su maschi e femmine patologie più o meno importanti ma è certo che una loro somministrazione, al di fuori della circadiana produzione umana, possano influire su diverse attività metaboliche.
Proprio per questo motivo il testosterone è bandito, e presente nella lista dei farmaci doping dalla WADA, l’agenzia internazionale che combatte proprio il doping in tutte le sue forme.
Questa famiglia di farmaci ha trovato il suo spazio terapeutico come prevenzione della osteopenia (diminuzione della componente minerale dell’osso) che si osserva in donne e uomini rispettivamente in meno ed andro pausa, nella diminuzione della forza muscolare (sarcopenia) legata all’invecchiamento, talvolta nelle diete dimagranti per cercare di non far diminuire in modo eccessivo la massa muscolare, quindi in situazioni pato/fisiologiche ben precise.
In realtà chi ha particolare passione per l’argomento saprà che già la relazione al Parlamento del 2015 la Sezione Doping del CTS del Ministero della Salute aveva messo in luce la positività a queste sostanze in alcuni controlli antidoping svolti tra praticanti attività sportive amatoriali.
Il loro utilizzo infatti potrebbe sia essere semplicemente legato alla prescrizione medica in casi specifici, che alla volontà di eludere i controlli doping, pensando che queste sostanze non siano cercate dai laboratori, in quanto sintetiche.
Il warning quindi è indirizzato non agli atleti professionisti che sono informati su farmaci, controlli e limitazioni in tempo reale anzi probabilmente prima dei controllori della WADA ma agli amatoriali che utilizzano queste molecole in quanto male informati o semplicemente sprovveduti.
Molti siti infatti li presentano come semplici integratori guardandosi bene dal sottolineare che in realtà sono banditi dall’attività sportiva internazionale perché considerati doping al pari del testosterone.
Tra questi Sarms probabilmente la più conosciuta è la ostarina, che agisce mimando l’attività del testosterone solo su alcuni tessuti bersaglio come ossa e muscoli, aumentando forza muscolare e densità ossea, senza avere azioni negative su altri organi e non avendo azione androgenizzante (molto negativa per le femmine).
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