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Cultura

IL NOSTRO GUTTUSO

LUISA NEGRI - 23/06/2022

guttusoIl Castello di Masnago sarà, fino al prossimo 20 novembre, il prezioso contenitore di una mostra dedicata a Renato Guttuso: “I tempi della pittura”. Dopo l’esposizione di Villa Mirabello, un nuovo e particolare omaggio al maestro di Bagheria, che scelse Varese e lo studio di casa Dotti, eredità della moglie Mimise, per farne il suo più tranquillante luogo di lavoro e di evasione.

Inutile ricordare la serenità d’affetti, semplice e sincera, da lui subito percepita, che la quiete varesina regalò al pittore siciliano. La città gli rende ora questo speciale omaggio, curatori Serena Contini e Fabio Carapezza Guttuso, grazie alla generosa donazione Marcobi, venuta ad arricchire di recente il nostro patrimonio museale.

Nino Marcobi, fratello del partigiano Walter, medaglia d’oro della Resistenza, entrato in amicizia con Guttuso, fu amico sincero e attento testimone dell’importante lavoro che Renato andava svolgendo, giorno dopo giorno, nello studio velatese, durante le estati operose, da maggio a ottobre. Ne fotografava le diverse fasi creative, o le ricordava nelle sue preziose memorie, in taccuini, fogli, disegni. Insomma, veri e propri diari di bordo, godendo il privilegio di poter testimoniare del percorso creativo dell’opera in fieri, così come dei ripensamenti del maestro sulla tela. L’importanza dell’archivio dipende anche dal fatto che, proprio in quello studio, nacquero grandi telieri, che trovavano spazio necessario nell’ampio locale affacciato sul verde. Come Spes contra Spem e Vucciria. I due capolavori accanto a I giocatori di scopone.

Di quest’ultimo lavoro, ad esempio, Marcobi ricorda i giorni della realizzazione, davvero una cronografia del come Guttuso disponeva i suoi personaggi, quattro amici al bar, cambiava i colori degl’indumenti, dei capelli, per necessità d’artista.

Spes contra Spem subì a sua volta mutazioni notevoli, come si evidenzia nel drappo rosso dapprima previsto e fotografato da Marcobi, poi eliminato per la sua ‘inutilità’ rilevata di persona dal maestro dopo una visita al capolavoro di Grunewald, La resurrezione, che lo aveva ispirato.

Viva la soddisfazione dei curatori, dell’assessorato alla cultura guidato da Enzo R. Laforgia, e del direttore museale Daniele Cassinelli nel poter presentare al pubblico una mostra, disposta in sette sale, così singolare e così legata al territorio.

A fianco del maestro si muoveva un ricco manipolo di competenti, un cenacolo di osservatori, amici a lui affezionati e disposti anche a svolgere le più particolari mansioni. Come procurare ad esempio qualunque cosa dovesse servirgli, fossero colori particolari o improvvisamente mancanti, o oggetti destinati a entrare nella, realistica davvero, composizione: così avvenne per Vucciria, rappresentazione del noto mercato palermitano. Arrivarono a Velate i polpi freschi, spediti in aereo dalla Sicilia, grazie all’intervento dei preziosi amici.

Lo stesso Marcobi fissò anche l’attimo in cui il grande pezzo di bue immortalato nell’opera giunse in studio. Una testimonianza storico-fotografica che dimostra come nulla venisse lasciato al caso. E come l’attenta regia non fosse per nulla banale. Attorno a Guttuso gli amici si raccoglievano certi e lieti di essere messi a parte di tanti segreti d’artista.

Due parole infine sull’allestimento, con pannelli chiari nel contenuto e nella grafica, non sempre garantiti da numerose mostre in circolazione, che ben s’accompagnano alle opere. Cui fanno da sfondo le belle sale del nostro castello. Da ricordare tra i capolavori della collezione Pellin in mostra anche Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles, del 1978, e Gineceo 1. Spicca infine la sala dedicata ai Marcobi, Nino e Walter, il fratello martire, figura di primo piano della storia varesina. In essa si trovano opere dello scultore Vittorio Tavernari, amico di Guttuso, del quale si prevede una successiva tappa espositiva in continuità con la rassegna oggi visitabile.

I tempi della pittura
Cronografia di alcune opere di Renato Guttuso dipinte a Velate: l’archivio di Nino Marcobi
Castello di Masnago, fino al 20 novembre 2022
Martedì-domenica 9.30-12.30 e 14-18
Info 0332 820409
 
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