L’arte produce emozioni e quelle suscitate in un bimbo di sei anni dalla contemplazione di quadri sono indelebili. Così Frederik Poort, nipote di Stelio, figlio ultimogenito di Renato Ballerini, ricorda nell’appartamento di Lugano, in cui era ospite dello zio, le pareti coperte dai numerosi quadri dell’artista e le parole di ammirazione della zia Johanna per l’attività del suocero.
I ritratti, tra cui Stelio a dodici anni, e Autoritratto, scatenano la curiosità e l’immaginazione del bambino. Abituato al clima grigio, alla pioggia e al vento dell’Olanda, il Ticino rappresentava una esplosione di colore di sole di vita che veniva trasferita da Ballerini nei paesaggi di una Lugano dolce, calorosa, tranquilla producendo una sensazione inarrivabile altrove e irripetibile. Era divenuta così piacevole il soggiorno a casa degli zii Johanna e Stelio che settant’anni dopo Frederick, riordinando l’archivio di famiglia, ha ritenuto che la collettività fruisse delle stesse emozioni fornendo le opere in suo possesso per organizzare la mostra, ora in essere alla Pinacoteca Züst, e che nella storia artistica ticinese si facesse il punto su di un protagonista significativo e attivo nei primi anni del Novecento, oggi pressoché dimenticato.
Renato Ballerini fu pittore, scultore, illustratore e giornalista. Nacque nel 1877 a Ravenna ove studiò all’Accademia di belle arti; completò la formazione pittorica a Roma. All’inizio del Novecento si trasferì a Milano ove lavorò come disegnatore tecnico per l’architetto Augusto Guidini, che seguì nel 1910 a Lugano ove ebbe frequentazione con Gioachimo Galbusera. Molti i contatti luganesi, anche politici, perché aveva maturato una forte sensibilità politica a Ravenna. Nel 1910 divenne vignettista per “Libera stampa” e scrisse di politica estera e ticinese ma non fu assunto come cronista perché nel 1918 era stato attivo nelle sommosse in città ed era stato arrestato. Per sostenere la numerosa famiglia, realizzò illustrazioni per libri e giornali, e ritratti per gli esponenti della ricca borghesia luganese; suoi sono sette ritratti gratulatori dei benefattori dell’Ospedale di Lugano.
Sempre più ampia la cerchia dei committenti. Sempre più ampia la produzione. Per questo non è stato facile redigere un catalogo esaustivo della sua produzione anzi il lungo il lavoro di ricerca delle testimonianze presenti sul territorio – e da Ravenna, perché era originario di lì, continuano ad arrivare opere e segnalazioni alla Pinacoteca che ha deciso che la rassegna non fosse una mostra dedicata unicamente ai lavori conservati dalla famiglia Ballerini, ma fosse arricchita da dipinti provenienti anche da musei e collezioni private.
Sono esposti illustrazioni e disegni, i lavori giovanili che risentono del clima liberty, poi ritratti della borghesia a olio e a pastello: benefattori e ricchi esponenti della società luganese, e bambini in particolare: i suoi cinque figli, Renata, Cadira, Ilda, Adelio e Stelio sono spesso suoi soggetti, ritratti sottolineando la delicatezza dei tratti. Infine numerosi autoritratti.
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