Idee chiare è difficile averne come quando succede, ad esempio, che a noi venga messa in mano una matita con una o più schede e veniamo invitati ad esprimere il nostro parere racchiuso in un “si” o in un “no”, su argomenti capaci di mettere in difficoltà anche esperti.
Non tutti siamo in grado di comprendere il valore di questo “votare”, che sembra minimo, ma che invece potrebbe essere notevole se ben interpretato! Poi c’è di mezzo il “quorum”! “Ma che cosa l’è questa cosa?” si chiede la gente. Una regola per cui se vota meno del 50 % più uno della popolazione buttiamo via un mucchio di soldi, perché la votazione non vale. Già siamo pieni di debiti e le probabilità che pochi vadano a votare sono alte.
Altro punto di confusione: di fronte alla realtà della pandemia del “coronavirus” che idee abbiamo avuto ed abbiamo adesso? Ci avevano detto che tutto non sarebbe tornato come prima. È vero! Le statistiche sono sempre allarmanti, anche se ora molti casi non sono denunciati. La paura diminuita ci spinge a vivere come prima, ma i virus con le loro patologie ci sono sempre.
Siamo confusi perché troppo spesso ci sentiamo traditi da strutture che un tempo ci proteggevano. Ci dicono che abbiamo la Chiesa in crisi con parrocchie e oratori chiusi. Come mi sta trattando la mia banca, un tempo orgogliosa d’avermi come cliente? E il mio Comune (che dovrebbe avere vigili protettivi) mi aiuta? Il territorio è ben governato? I mezzi pubblici ben organizzati? La Sanità pubblica mi cura? Dov’è andato a finire il mio Ospedale? Lo vedo penalizzato a favore delle strutture private, dove vengo curato con apparente maggior solerzia col favore di regole più libere. Molti pazienti non riescono a stare al gioco e restano emarginati. Allora tocca ai servizi sociali cercare rimedi, ma sono sempre troppe le difficoltà a cui devono fare fronte.
Nelle nostre città il modo di vivere è mutato. Un particolare: non siamo più circondati da negozi di vicinato, ma da supermercati di vicinato (son sempre più numerosi)… L’arte del commercio è gestita da “catene” economiche, coperte da nomi famosi, ma spesso prive di vera qualità. Mi forniscono di tutto, ma non di contatto umano (per carità; personale simpatico lo puoi trovare, ma è dote sua), e poi raramente mi forniscono la “chicca” che serve a me, che io posso apprezzare.
Ci sentiamo stressati da tante, troppe parole (ci si mettono ora anche i “social” con la loro facilità ad essere bugiardi) che ci investono su tanti argomenti massacrando il nostro pensare. Da tempo viviamo in stato di diffuso scontro armato multipolare, ma adesso è esploso il conflitto ai confini dell’Europa, che aizza timori e angosce. Su tutto vediamo l’agire di numerosi personaggi autocrati, più o meno abili strateghi, che riescono a creare confusione nella geopolitica, nello andamento dell’economia nazionale e globale.
“Eh, ma sta cambiando il mondo!”. D’accordo, ma senza penalizzarmi, accidenti!
La realtà della nostra vita non può restare immobile, sempre uguale a sé stessa: è naturale che evolva a seconda delle esigenze, ma non può e non deve tradire “la vita” come invece troppo spesso accade, a causa dell’ambiguità di molti, meglio di troppi.
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