È stato recentemente approvato, con il beneplacito della Soprintendenza (!), il progetto di parcheggio sotterraneo nel parco di Villa Augusta a servizio dell’Ospedale del Ponte. Come coloro che costruiscono condomini nella Valle dei Templi o villette su litorali una volta incontaminati, senza capire che così si distruggono delle essenziali risorse nazionali, con valenza anche economica, così a Varese è invalsa la moda di realizzare parcheggi nei parchi. Vedi il parcheggio nei Giardini Estensi, quello nel parco delle Ville Ponti, quelli di via Trentini e piazza della Repubblica che hanno azzerato due piazze “verdi” o quello annunciato a Villa Mylius.
A fronte del procedere incessante e sistematico nel distruggere il verde di Varese, simbolo storico dell’identità della città ci si chiede che fine abbiano fatto quegli accorgimenti urbanistici utili ad evitare tale distruzione come i parcheggi d’interscambio costruiti ai margini della Città.
Ci si chiede poi anche che fine abbiano fatto le buone intenzioni della Lega al momento del suo insediamento di essere la paladina della difesa del territorio e dell’ambiente.
Nel caso specifico del parco di Villa Augusta va considerato come lo stesso, nonostante la sua rilevanza “strategica”, sia di modeste dimensioni e quindi assolutamente non in grado di sopportare alcun tipo di decurtazione o compromissione, particolarmente se relativa ai suoi equilibri idrogeologici e al patrimonio arboreo.
Il parco, infatti, verrebbe fortemente compromesso dalla realizzazione del parcheggio sotterraneo, che renderebbe critiche le condizioni degli impianti radicali di tutte le piante, sia quelle soprastanti il parcheggio sia quelle prossime anche per la necessità tecnica di dislocare nel parco numerose prese d’aria del garage.
Nel patrimonio arboreo del parco vi sono inoltre esemplari di particolare rilievo, destinati a un inevitabile declino così come è avvenuto per alcuni cedri di piazza della Repubblica dopo la costruzione dell’autosilo.
A questo rischio si aggiunge quello del pesante stress che comporterebbe al microsistema del giardino l’invasività del cantiere con gru, escavatrici, depositi di materiali ingombranti e inquinanti su un’area molto più vasta di quella interessata dalla costruzione del garage.
Non è poi il caso di considerare seriamente ripiantumazioni che sopra il garage sarebbero puramente simboliche per mancanza di terreno e che nel resto del parco richiederebbero comunque anni e anni per ricreare la situazione attuale.
Inoltre il parcheggio risulterebbe ubicato in un’area intensamente antropizzata con una viabilità, già oggi pesante per la prossimità tra l’altro dell’ospedale e di una scuola che fronteggia il parco. Tale viabilità verrebbe irrimediabilmente aggravata dall’ingresso e uscita continua di auto in una posizione decisamente critica, sia nel periodo più pesante dei lavori di costruzione sia dopo l’andata a regime dell’opera.
Ma anche l’immagine storica del rione verrebbe radicalmente stravolta nel momento in cui il parco si trovasse a “galleggiare” su una massa di cemento con la conseguente compromissione di tutti i valori ambientali e architettonici relativi. Per farsene un’idea basta vedere lo squallido “gabbiotto” evidenziato nelle tavole del progetto, “gemello” di quello del garage di via Trentini (che deturpa irrimediabilmente un ambiente storico-architettonico che ha i suoi punti di forza negli edifici della prefettura e della questura).
Con la costruzione del garage si verrebbe in definitiva a cancellare un’importante, in quanto ormai rara, testimonianza di quando Varese era veramente una città giardino.
Infine dal punto di vista della salute pubblica e della fruizione dei cittadini va sottolineato che quello di Villa Augusta è l’unico parco pubblico di una vasta area urbana e pertanto assolutamente da preservare nella sua integrità.
Questo ennesimo progetto di sfascio ambientale deriva dal fatto di aver mantenuto in vita in una zona urbana del tutto inadatta una struttura ospedaliera che bisognava avere il coraggio di decentrare. Ma purtroppo le amministrazioni varesine, da sempre carenti nel programmare globalmente le strategie di sviluppo della città, intervengono di volta in volta a risolvere i vari singoli problemi, secondo le urgenze contingenti del momento e senza un’adeguata visione prospettica generale.
Nel caso del parco di Villa Augusta sarebbe almeno auspicabile, quale fatto minimo di programmazione globale, risolvere il problema del parcheggio dell’ospedale del Ponte nell’ambito del progetto di unificazione delle stazioni.
Maud Ceriotti Giaccari Responsabile “Verdi Ambiente e Società”
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