Santa Caterina da Siena, proclamata Dottore della Chiesa il 4 ottobre 1970, da Papa Paolo VI (solo altre tre donne godono di questo titolo: S. Teresa d’Avila, S. Teresina di Lisieux, S. Ildegarda da Binden) è anche la patrona delle Infermiere Volontarie CRI. Ogni anno, il 29 aprile, memoria liturgica della Santa, ovunque le Crocerossine la festeggiano con una cerimonia religiosa, durante la quale riconfermano le loro volontà di servizio e di operosità dedita al bene.
Caterina, la cui etimologia significa “pura”, nasce a Siena – nell’attuale Contrada dell’Oca – il 25 marzo 1347: è la penultima di 25 figli. Giovanissima fu attratta dalla figura di Cristo cui si legò a vent’anni con nozze mistiche, rifiutando ancor prima le proposte dei suoi genitori di legami ambìti. Pur non sapendo né leggere né scrivere Caterina saprà comunicare, oltre che con il popolo, con papi, re, condottieri. Grazie al suo carattere forte e al contempo dolce e determinato, riuscirà a convincere Papa Gregorio XI a ritornare a Roma, dopo i quasi 70 anni di papato avignonese. Gli rimproverò con fermezza lo scarso coraggio, per cui il Papa decise di lasciare Avignone.
Di ritorno dalla Francia, Caterina desiderò visitare i luoghi natii del Beato Jacopo da Varagine, per cui si fermò a Varazze il 3 ottobre 1376, quando in Liguria imperversava una terribile epidemia di peste. Si raccolse in preghiera presso un’Edicola Mariana situata sul lungomare, chiedendo che il male cessasse di affiggere i varazzini. Così avvenne, l’epidemia cessò e la popolazione si impegnò ad erigere successivamente una chiesa come voto di ringraziamento.
Il piccolo e grazioso Santuario che si incontra lungo l’Aurelia, all’imbocco di Varazze, si presenta a navata unica con campanile sulla destra. Fu completato nel 1645, mentre la facciata è più recente, del 1940. Nell’interno si osservano numerosi affreschi relativi alla vita della Santa oltre che una statua lignea del XVIII, a Lei dedicata. Denominata anche semplicemente Cappella, è un luogo che invita chiunque alla preghiera e alla contemplazione, a pochi metri dal mare. La scrivente ne è testimone.
Ogni anno il 29 e 30 aprile numerosi sono i festeggiamenti organizzati in onore di S. Caterina nella cittadina di Varazze. La statua viene portata in processione e le invocazioni a Lei rivolte sono espresse con canti, preghiere, funzioni liturgiche. La popolazione attende con particolare devozione questo momento. Dopo gli ultimi due anni pandemici di sospensione di ogni attività e difficili per tutti, credo che la preghiera rivolta alla Santa sia ora di particolare importanza, affinché aiuti tutti coloro che la invocano e altrettanto li sostenga, come fece ai tempi della peste.
Caterina morì a soli 33 anni, il 29 aprile 1380 mentre si trovava a Roma. Canonizzata da Papa Pio II sempre il 29 aprile, del 1461, divenne patrona d’Italia nel 1939 e poi compatrona d’Europa nel 1999.
Alla presenza del Presidente Angelo Bianchi e dell’Ispettrice Sorella Monica Malnati anche le Infermiere Volontarie del Comitato di Varese hanno ricordato il 29 aprile la loro patrona nella Chiesa di S. Ambrogio-Varese con una S. Messa, celebrata dal Cappellano militare Don Giorgio Spada.
Durante la cerimonia sobria, ma sentita e partecipata, sono stati sottolineati dal Sacerdote alcuni principi utili al sostegno dell’impegno intrapreso. Fondamentale la capacità di ascoltare, come sapeva fare Caterina con le persone sofferenti nel corpo e nell’anima che le venivano portate da ogni parte.
Come lo è sempre stato durante i fenomeni bellici o calamitosi, anche ora la presenza e la vicinanza delle Crocerossine con un sorriso, una parola, un semplice aiuto rappresentano un valido sostegno a chi vive questo momento pandemico intriso anche delle tristi notizie di guerra in Ucraina.
Durante la cerimonia è stato conferito un “Attestato con la Croce di Anzianità di Servizio” a 19 Sorelle, rispettivamente a tre per 15 anni, a sette per 25, a otto per 35 e a una per ben 50 anni, la Sorella Luisa Calvi.
Grande commozione e grande festa per tutte!
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