Il campanile “simbolo della comunità” “patrimonio di tutti i varesini” è tornato a “risplendere nella storia”. Ne abbiamo seguito le vicende dal 2016, quando la caduta di calcinacci ha imposto di mettere in sicurezza la zona circostante, e le analisi condotte hanno evidenziato la necessità di un restauro completo del monumento (impegno costoso realizzato coi fondi reperiti grazie alla Fondazione Cariplo, alla Regione Lombardia e alle donazioni di parrocchiani e varesini); poi il progetto di un team di professionisti e nel novembre 2020, l’incarico all’impresa Gasparoli col posizionamento dell’enorme ponteggio, l’impacchettatura-copertura durante la fase del cantiere e infine la svelatura all’inizio dell’anno corrente. Ora siamo arrivati all’inaugurazione, alla restituzione di un campanile tirato a lustro a Varese e ai varesini.
E il campanile e tutti i lavori in oggetto sono diventati un libro, dedicato a Vanni Meschini che ha ampiamente contribuito alla realizzazione del restauro, ma non ha potuto vederlo completato.
“Il campanile. Pietre, uomini e storie: viaggio nel restauro del Bernascone” questo il titolo del volume -corredato da spettacolari foto di Carlo Meazza, per mesi adoperatosi a seguire e documentare con le immagini i lavori (NdR)- che racconta passo passo la vita vissuta nel cantiere attraverso una lunga serie di scatti fotografici che si accompagnano a panorami e scorci del paesaggio urbano visibili da chi si inerpica sino alla guglia. Ad un’ampia carrellata di materiale iconografico, agli interventi istituzionali di monsignor Panighetti, del presidente Fontana e del sindaco Galimberti si accompagnano saggi con studi specifici sulla torre campanaria, le sue campane e il Bernascone che la disegnò.
La sezione intitolata “Il grande restauro” a cura del team che ha realizzato i lavori, illustra quanto avvenuto in fase di studio, progettazione e realizzazione del restauro conservativo della parte esterna del campanile e dei lavori di manutenzione dell’interno, corredata da mappe, disegni e prospetti che illustrano quanto fatto con dovizia di particolari e ricchezza di illustrazioni: sono documentati la ricerca dei materiali, la realizzazione delle tavole, le indagini specifiche e i calcoli eseguiti per ogni singola fase del lavoro, i riferimenti agli attrezzi e ai materiali usati nella lavorazione. È documentata anche la manutenzione effettuata all’interno il campanile che si sviluppa su sette livelli.
L’ampio saggio di Diego Dalla Gasperina racconta la storia del campanile dal momento della sua progettazione e aggiunge particolari inediti tratti dalle cronache del passato.
Ne “Sull’architettura naturale del Mancino”, Giorgio Vassalli illustra la ricca e per molti versi ancora sconosciuta attività del Bernascone addentrandosi in un’analisi del linguaggio architettonico: “…il suo linguaggio è innovativo e… assolutamente moderno… il campanile diventa un fatto urbano capace di suscitare scenari…”. Mario Chiodetti propone una documentatissima storia delle campane per alloggiare le quali il campanile è sorto, e che per secoli hanno dato voce a un “concerto senza rivali”: il primo fu il 23 maggio 1664, “in occasione della venuta a Varese dell’Arcivescovo di Milano Alfonso Litta, che lo benedì alla presenza di esperti di musica milanesi e con il rogito del notaio apostolico”.
Seguono interventi e fusioni delle campane nel corso degli anni sino al 1885 quando “…Felice e Giuseppe Bizzozero fecero un capolavoro, regalando alla città quello che è considerato il miglior concerto ambrosiano in “La bemolle 2”, senza rivali in termini di solennità, grandiosità e personalità…”
Il volume verrà messo a disposizione di quanti, varesini e non, amano le cose belle e la storia della città, in concomitanza con l’inaugurazione ufficiale del campanile l’8 maggio, festa di San Vittore. e fa parte di quel complesso di eventi che celebreranno la grandiosità del monumento e dell’intervento eseguito.
Il libro (Pubblinova Edizioni Negri di Sergio Negri) sarà disponibile dal 7 maggio e si potrà ordinare tramite le parrocchie
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