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Cultura

SPARTA E ATENE

LIVIO GHIRINGHELLI - 29/04/2022

spartaatenePrima che Sparta e Atene si sviluppassero come poleis nel Mediterraneo del secondo millennio a.C. erano già fiorite due civiltà nel segno di un grande potere e di una grande cultura: quella minoica e quella micenea, entrambe caratterizzate da sovrani assoluti e dispotici, dall’esistenza non di cittadini, ma di sudditi. Possiamo definirle civiltà palaziali. Note distintive tre tipi di scrittura: il geroglifico cretese (2000-1650 a.C.), la lineare A ad attestare semplificazioni del geroglifico (attorno al 1650 a.C.), la scrittura sillabica ad evoluzione della lineare A (attorno al 1400 a.C.), chiamata lineare B. Tipi indecifrati, sinché nel 1952 l’architetto inglese Michael Ventris rivelò nascondersi sotto la lineare B una lingua greca. Un cinquantennio prima Arthur Evans aveva trovato a Creta tracce dei tre tipi diversi di scrittura sconosciuta.

Nella scrittura sillabica gli scritti registravano per i sovrani tutti i dati amministrativi e finanziari concernenti il funzionamento dei vari regni. In base alla lettura delle tavolette a far data dal 1450 a,C. nella Grecia sia continentale che insulare fiorì la civiltà detta micenea. Molte le somiglianze di quel mondo con quello feudale (contrapposizione di società di corte e di società contadina), sinché attorno al 1200 a.C. i palazzi micenei vennero distrutti da una serie di incendi (la cottura delle tavolette in argilla poté salvare dalla catastrofe le tracce di quel mondo). Da lì poi un periodo di caos, un’epoca oscura di piccole comunità, che via via andarono rinsaldando le strutture interne, emergendo dei gruppi con a capo un basileus del tipo di Ulisse. E si delinearono le poleis (per Aristotele = pluralità, moltitudine di cittadini, Pol.1274 B), le città-Stato in cui cittadini governati e poteri pubblici si distinguevano difficilmente con un governo centrale istituzionalizzato, col diritto esclusivo di stabilire di imporre su un territorio e su una popolazione il rispetto dell’ordinamento giuridico. Ad ogni polis le sue leggi, le sue istituzioni, il suo esercito, con il governo di uno o più cittadini giudicati dalla comunità i più idonei a esercitare il potere.

Rivolgendoci alla Grecia del quinto secolo a.C., che annoverava all’in circa 1500 poleis, ecco il maturare di condizioni che trasformano Sparta e Atene da alleate (490 a.C. Maratona, vittoria sull’impero persiano) a nemiche. Nel contempo Leonida, re degli Spartani, combattendo alle Termopili coi suoi trecento eroicamente, blocca Serse e i suoi Persiani. A loro volta gli Ateniesi, anziché ritirarsi nel Peloponneso, guidati da Temistocle sfidano vittoriosamente i nemici sul mare e nel 479 Mardonio, rimasto in Grecia, a Platea si scontra con lo spartano Pausania e viene messo in fuga. Con la pentecontetia l’alleanza tra Atene e Sparta, preoccupata ognuna dei propri interessi si tramuta in un confronto ostile per la supremazia: la politica navale ateniese si fa aggressiva, Sparta reagisce e nel 431 a.C. scoppia la guerra del Peloponneso.

C’è il rischio che Atene riesca a trasformare la Grecia da un insieme di libere città-Stato in uno Stato territoriale egemonizzato, con perdita di autonomia sul versante delle altre città-Poleis. Ecco la peste insorgere ad Atene nel 429, la morte di Pericle, il passaggio del potere a demagogo rozzo Cleone (onde le beffe delle commedie di Aristofane). Atene domina sul mare, ma l’esercito spartano saccheggia l’Attica. Breve è la pace stipulata nel 421, col sopravvento delle provocazioni verso Sparta nel 416. Sterminio della piccola colonia spartana di Melo, che suscita l’indignazione di tutta la Grecia. Gli oltranzisti ateniesi, istigati da Alcibiade, vengono ad aiutare Segesta contro Siracusa, alleata di Sparta. A Siracusa la disfatta ateniese (413 a.C.), stando a Tucidide, è totale: annientate sia la flotta che la fanteria. La rivalsa di Sparta può contare anche sul sostegno economico dei Persiani, con un rivolgimento di fronte. Nel 415 a Egospotami il prestigio della flotta ateniese è cancellato, nel 404 Atene è costretta alla resa. E Sparta, magnanima, non infierisce.

Si pongono così nella storia due modelli a confronto.

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