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Sport

SALITE ROSA

CLAUDIO PIOVANELLI - 29/04/2022

carapaz

Il favorito Richard Carapaz

Scatta venerdì 6 maggio da Budapest l’edizione numero 105 del Giro d’Italia. È la quattordicesima volta che la nostra più importante gara a tappe parte dall’estero e stavolta lo fa “recuperando” ciò che era stato programmato nel 2020 e che poi venne modificato a causa della pandemia.

Per tre giorni la Corsa rosa” rimarrà in Ungheria, con due frazioni in linea e una breve cronometro, poi, dopo il primo dei tre giorni di riposo (necessario così presto per il trasferimento in Italia), la gara riprenderà da Avola, in Sicilia.

Sono in programma 3410 chilometri con un dislivello di circa 51.000 metri, un dato che rende questa edizione del Giro particolarmente adatta agli scalatori, anche perché i chilometri a cronometro sono soltanto 26, mai così pochi negli ultimi 60 anni.

Ma vediamo in rapida sequenza quali saranno le frazioni più significative di questo Giro d’Italia, almeno sulla carta.

Già nella 4a tappa, quella da Avola all’Etna (166 km.), dopo il primo giorno di riposo, si comincia a salire e non solo per i 14 chilometri che conducono al traguardo in quota, al Rifugio Sapienza, a 1892 metri, ma anche in precedenza.

Di grande impegno la 7a tappa, da Diamante a Potenza (196 km), con quattro asperità (il Monte Sirino è di 1a categoria) e l’arrivo su una ripida rampa che conduce nel centro del capoluogo lucano.

Non meno difficile la 9a tappa, da Isernia al Blockhaus (189 km.), che prevede una doppia scalata lungo quest’erta assai dura, con pendenze in doppia cifra e già più volte in passato traguardo del Giro d’Italia.

Dopo una serie di frazioni per passisti e velocisti, il Giro d’Italia propone una “quattro giorni”… da indigestione di salite. Si comincia con la 14a tappa, da Santena a Torino, con un grande dislivello concentrato in 147 chilometri, con il Colle della Maddalena e la salita di Santa Brigida da ripetere tre volte e Superga da percorrere due volte.

Il giorno successivo si va da Rivarolo Canavese a Cogne lungo 178 chilometri. Due salite di 1a categoria (Pila les Fleurs e Verrogne) e l’arrivo in quota nel cuore del Parco del Gran Paradiso, che festeggia i 100 anni, sono il menù riservato ai corridori.

Segue l’ultimo giorno di riposo (23 maggio), che paradossalmente potrebbe rendere anche più incerta la tappa n. 16, da Salò all’Aprica (202 km). Si scalano tre colli di 1a categoria (Goletto di Cadino, dove Pantani fu grande protagonista nel 1998, poi Mortirolo salendo da Monno e Santa Cristina) e arrivo in quota all’Aprica.

Non c’è tregua, perché la 17a tappa conduce la carovana da Ponte di Legno a Lavarone (168 km.). È una frazione un po’ atipica, che prevede immediatamente dopo il via la scalata al Passo del Tonale, poi una lunga discesa e una seconda metà di tappa con le ascese verso Palù di Giovo (omaggio ai Moser), il valico di Vetriolo (indimenticabile su questa salita il duello tra Motta e Jimenez al Giro d’Italia del 1966, ma stavolta si salirà da un versante inedito) e il Menador.

Dopo una giornata di tregua riservata ai velocisti (si arriva a Treviso), si riprende a salire nella 19a tappa, da Marano Lagunare al Santuario di Castelmonte (178 km.). Si sconfina in Slovenia, dove è in programma la difficile ascesa al Monte Kolovrat, circa 10 chilometri costanti al 10%, preceduta però, prima di varcare il confine, dal Monte Tanamea. La frazione si conclude in salita, a quota 912 metri.

Il giorno dopo, per la 20a tappa, è prevista un’altra frazione con i botti. Si va da Belluno alla Marmolada (167 km.) attraverso il Passo di San Pellegrino (che presenta tratti al 15%), il Pordoi (Cima Coppi a quota 2239 metri) e il Fedaia (in località Malga Ciapela ci sono pendenze del 18%).

Conclusione con la cronometro di Verona (17,1 chilometri) con il classico circuito delle Torricelle e l’arrivo ormai storico all’interno dell’Arena.

Alessandro Covi

Alessandro Covi

Il favorito per tutto questo? I bookmakers dicono l’ecuadoriano Richard Carapaz, in una gara che vedrà peraltro al via un solo varesino: si tratta del tainese Alessandro Covi, che al Giro dello scorso anno fu secondo nella tappa di Montalcino e terzo allo Zoncolan. Marcheranno visita, per ragioni diverse, Eddy Ravasi, Luca Chirico e Alessandro Santaromita.

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