A Varese attualmente la videosorveglianza è fatta da 79 telecamere, ma non tutte di ultima generazione. Il Viminale ha recentemente diramato una circolare con lo schema di patto per la sicurezza urbana: i Comuni interessati hanno potuto presentare le richieste di ammissione ai finanziamenti statali per il 2021 – che ammontano a 27 milioni – per la realizzazione dei sistemi di videosorveglianza urbana e il contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria. I Comuni avevano tempo fino al 10 dicembre per presentare le istanze alla prefettura competente.
L’Assessore Catalano ha riferito – nel corso di un’intervista a un giornale locale – che verranno sorvegliate in città nuove zone grazie al bando a cui il Comune ha partecipato, quindi presto si posizionerà un nuovo impianto all’intersezione con viale Milano e via Dandolo. Successivamente si interverrà nel comparto delle stazioni, con una dozzina di nuove telecamere che sorveglieranno l’area che si estende dalla caserma Garibaldi a piazzale Kennedy, passando per via Casula, viale Milano e largo Comolli.
Un ulteriore potenziamento della videosorveglianza potrebbe riguardare i parchi cittadini. Non è escluso che il Comune decida di intervenire anche al parco Perelli di Biumo, dove esiste una telecamera brandeggiante (che ruota orizzontalmente), a cui potrebbe aggiungersene una seconda.
Una curiosità, invece, riguarda piazza Repubblica: le telecamere con sensore di Finmeccanica, progettate per seguire i movimenti delle persone, non sono mai entrate in funzione; in piazza ci sono impianti tradizionali, sia fissi che brandeggianti. Rimangono a me dubbi sulla effettiva capacità della forza pubblica di intervenire. Siamo informati dall’Assessore che molte telecamere messe o da questo Sindaco o da quello precedente non funzionavano (vedasi quanto capitava in Piazza della Repubblica dove queste erano inattive). Questo non mi era noto. Pensavo che Piazza della Repubblica fosse adeguatamente monitorata.
L’Assessore ha magnificato la situazione di Bobbiate, dove ora esiste un apparato di ultima generazione con controllo in tempo reale e ha detto di volerla esportare in altri quartieri della città. Il fine è completamente condivisibile: infatti, nell’ottica di coinvolgere i cittadini nella cura del proprio territorio, rendendolo più controllato e sicuro, l’assessore Catalano intende dare nuovo stimolo ai gruppi di controllo di vicinato. Ora in città ne esistono tre: uno a Bobbiate e due a San Fermo.
Venerdì scorso in Comune si è tenuta una riunione con i referenti di questi gruppi, che d’ora in poi collaboreranno tra di loro. «Varese non è una metropoli – conclude l’assessore – quello che accade a Bobbiate può benissimo succedere di lì a poco anche a San Fermo. Da qui l’esigenza di condividere le informazioni». Sono soddisfatto che il Comune abbia voluto pubblicizzare i gruppi di controllo di vicinato presenti in città. Mi aspetto che questi si formino in tutti i quartieri e che facciano in modo di comunicare tra loro passandosi le informazioni in tempo reale.
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