Anche se a scoppio ritardato vorrei spendere un breve commento su una recente e lunga intervista concessa dall’assessore Andrea Civati a un quotidiano online. Era una carrellata sulla città di oggi e su quella che verrà (o meglio: su quella che si vorrebbe vedere): quindi un’altalena tra soluzioni “alte” e interventi più di nicchia ma non per questo meno importanti. Ebbene, ho trovato che tra tante belle parole, progetti di qui e di là, idee moderne e cotillons, nel piano per rivitalizzare Varese delineato da Civati – e per estensione dal secondo governo del Conducator Davide Galimberti – manchi un aspetto chiave: il recupero e il rilancio dell’area del Campo dei Fiori.
Si continua a parlare di Sacro Monte – che merita di sicuro maggiori attenzioni rispetto a quanto avvenuto fin qui, soprattutto in funzione del suo essere sito Unesco –, ma non si parla mai dell’altro fronte della nostra montagna, dove tra l’altro c’è un ex Grand Hotel la cui proprietà attuale medita di ripristinare assieme alla funicolare (a proposito, caro Mauro Morello, ex vicesindaco della giunta Fontana: a quando un aggiornamento delle belle intenzioni divulgate 2-3 anni fa?). Quindi la mia domanda è una sola ed è molto semplice: è mai possibile – a maggior ragione ora che dovrebbero arrivare risorse europee – che nessuno capisca che serve valorizzare al più presto un “sistema montagna” e non una singola componente? Il Campo dei Fiori non può continuare a giacere nell’oblio e a sguazzare in scenari inconcludenti. E questo al netto della frequentazione, fortunatamente non trascurabile, di chi va lassù per farsi un giro in bicicletta, per camminare a contatto con la natura o più banalmente per godere di panorami bellissimi.
Flavio Vanetti (varesino incavolato)
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