Nella nostra società si sottolineano i diritti e si sottacciono i doveri. Ognuno pensa per sé. Siamo portati a cercare subito la nostra soddisfazione…
Conseguenza di ciò è l’amara solitudine, causa di tristezza e angoscia: a volte è scelta per principio, per affermare se stessi al di sopra di tutti; a volte è imposta dagli altri, che emarginano chi non può produrre o consumare come si conviene.
Gli afflitti – gli uomini nuovi del Vangelo – sanno, come Cristo, obbedire fino alla morte, rinunciando alla felicità di questo mondo per accettare il prezzo della convivenza fraterna con tutti.
Proviamo a non passare frettolosi davanti a chi è nel dolore, condividendo da buoni amici ore liete e tristi della vita. Sapendo quant’è pesante la solitudine di chi si sente anonimo o rifiutato, scopriamo la gioia dell’accoglienza e dell’amore personale (attraverso forme di ospitalità, la disponibilità a dare una mano…
Beati quelli che provano dolore con animo profondamente religioso e piangono i peccati propri e degli altri, per le vittime del male e i malvagi: questi scopriranno che la sofferenza libera il cuore e lo rende capace dell’amore più alto, che alla fine vincerà il male e la morte.
Beato chi sa addossarsi i pesi del suo prossimo, rinunciando volentieri ad ogni tipo di felicità propagandato da questa società dei consumi.
La sofferenza e il pianto sono offerti a Dio per la purificazione dei propri peccati e la conversione dei figli di Dio che sono dispersi…
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