La battaglia che il genere umano combatte contro il cancro in generale è molto difficile e complicata ma indubbiamente ha segnato in questi ultimi anni anche enormi successi, risultati positivi sorprendenti.
Progressi in realtà sono stati fatti a tutti i livelli ma in questa occasione vorrei indirizzare l’attenzione del lettore a quello della prevenzione. Per farlo prendo in considerazione uno dei tumori più diffusi nel mondo occidentale ma con una mortalità in diminuzione proprio grazie a prevenzione e screening oltre che alle terapie.
Si tratta del tumore del colon, vale a dire di una delle parti che compone il nostro intestino, in particolare la parte terminale insieme al retto, prima dell’ano.
Più diffuso nell’uomo che nella donna, questo tumore nel 90% dei casi è preceduto da una formazione benigna (polipo adenotamoso) la cui asportazione comporta una nettissima riduzione del rischio di sviluppare una forma maligna. Vale la pena anche di sottolineare che non tutti i polipi tendono a degenerare ma circa il 25% lo fanno ma in tempi relativamente lunghi.
La prevenzione di queste forme tumorali parte in realtà dalla giovane età e dallo stile di vita ed in modo particolare dalla alimentazione: sono più diffusi nei paesi sviluppati rispetto a quelli in via di sviluppo, carne grigliata, cibi fritti, alcuni virus e batteri in animali da esperimento si sono dimostrati attivi nella formazione di tumori, mentre componenti derivanti da frutta e verdura hanno effetto opposto (soppressione della carcinogenesi).
Non solo dieta corretta però ma anche perdita di peso in eccesso, no fumo, regolare attività motoria, sono altri fattori sui quali la ricerca punta come prevenzione.
Questa quindi è una prevenzione primaria, ma vorrei accendere l’attenzione soprattutto su quella secondaria cioè quella che mira a realizzare una diagnosi precoce e quindi una guarigione di una lesione ancora a livello iniziale.
Gli screening di prevenzione nazionale raccomandano innanzitutto la ricerca del sangue occulto nelle feci. Un esame di laboratorio relativamente semplice ove si a ricercare la presenza di emoglobina nelle feci del soggetto. Questo non è ovviamente un esame specifico (chiunque abbia una patologia relativamente semplice e diffusa come le emorroidi può risultare positivo) ma in caso di positività apre la strada ad esami più specifici come colon e/o rettoscopia.
Questi ultimi permettono all’operatore medico di vedere attraverso un sistema di fibre ottiche la parete dell’intestino e di individuare eventuali polipi in fase iniziale. Con questa tecnica vi è anche la possibilità di asportare materiale che poi viene analizzato in laboratorio.
Non si tratta di un esame particolarmente complicato ed anche la parte di preparazione dell’intestino che deve essere pulito e privato di ogni scoria che ostacoli la buona visione della parete, nel tempo si è raffinata (anche se abbastanza fastidiosa perché obbliga ad ingerire nelle ore precedenti l’esame qualche litro d’acqua con i preparati necessari), diventando più rapida e meno complicata.
A questa fase di screening dovrebbero sicuramente accedere coloro che hanno avuto in famiglia casi di carcinoma al colon in quanto è nota l’ereditarietà di questa patologia. È stimato che la probabilità di trasmettere alla prole il gene alterato responsabile della patologia, è di circa il 50%, indipendentemente dal sesso. Così come la probabilità di sviluppare un tumore del colon retto aumenti di 2-3 volte nei parenti di primo grado di una persona affetta da cancro o da polipi del grosso intestino. Anche alcune malattie infiammatori croniche dell’intestino, come rettocolite ulcerosa o morbo di Crohn, aumentano il rischio di sviluppare la malattia.
Gli screening attualmente sono mirati nella fascia tra i 50 ed i 69 anni di età mentre dati recenti hanno messo in evidenza un lieve aumento della patologia in soggetti sotto i 50 che risultano quindi esclusi dallo screening.
Negli ultimi cinque anni grazie a questa prevenzione la mortalità da questo tipo di tumore è in forte calo, e oggi, è attorno al 10%.
Su questi numeri giocano in senso positivo anche i miglioramenti delle terapie mediche e chirurgiche, sempre più mirate ed efficaci.
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