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Attualità

DISATTENTI

ROBERTO CECCHI - 25/03/2022

Militari musulmani ceceni in Ucraina nel 2014

Militari musulmani ceceni in Ucraina nel 2014

Ultimamente, soprattutto di sera, mi capita spesso di strapazzare il telecomando della tv. Chiudo e riaccendo in continuazione, perché vorrei vedere il telegiornale e invece compaiono solo delle serie televisive. Quelle che fanno vedere azioni di guerra con morti, feriti e devastazioni in quantità inenarrabile. E allora penso che siano le solite difficoltà di chi, come me, non è un nativo digitale. Ma è solo un’allucinazione perché, in realtà, sto guardando proprio il telegiornale che trasmette continuamente il film dell’orrore della guerra in Ucraina.

È una guerra che si fa peggiore ogni giorno di più. Adesso, non bastano nemmeno più le bombe a grappolo, i bambini massacrati, i vecchi affranti, le ambulanze in continuo movimento, le donne costrette ad abbandonare i mariti, le devastazioni che sono dei veri e propri sventramenti, ecc. Non basta. Adesso ci fanno sapere che i russi manderanno sul teatro di guerra anche degli squadroni della morte, in stile sudamericano. Tagliagole della peggior risma. Niente in confronto alle famigerate SS (ma è difficile fare la classifica delle porcherie). Battaglioni sanguinari provenienti dalla Cecenia, insieme a mercenari arabi.

Gente abituata a fare della guerra e della crudeltà la propria ragione di vita. Sapevamo che c’è in giro gente del genere, ma non immaginavamo che si sarebbe arrivati al punto di farne lo strumento di uno Stato, che per di più è una potenza mondiale. Anche se qualche sospetto avremmo dovuto averlo, quando abbiamo incominciato a sentire dell’uccisione di dissidenti fuori e dentro la Russia o del massacro di giornalisti nei modi più svariati (mai chiaramente dimostrati), anche se al momento non abbiamo dato a questi fatti troppo peso. Forse perché, ancora una volta, sembrava d’essere in qualche film di 007 e ci siamo distratti, pensando che fosse tutta una fiction. Pareva una fiction, anche per effetto di un’informazione che tende a mischiare realtà e fantasia.

E invece avremo dovuto fare più attenzione ai tanti segnali che c’erano stati. Non avremmo dovuto guardare con sufficienza le advances rivolte ai nazionalismi europei, omaggiati con tanto di finanziamenti (in alcuni casi, pare) in Francia, Germania, Inghilterra e anche in Italia, determinati a fare dell’Unione europea carta straccia. In Inghilterra stanno venendo fuori adesso, pubblicati dal Guardian, gli esiti del lavoro di un comitato parlamentare per la sicurezza, che dimostrano l’esistenza di un’orchestrazione per influenzare il voto pro-Brexit, in chiave antieuropeista (Wired). Anche se col referendum sull’indipendenza scozzese del 2014, c’erano già stati “tentativi simili che avrebbero dovuto indurre il governo inglese a essere più solerte”.

E non avremmo dovuto chiudere gli occhi neanche davanti a quel che è successo in Siria. Dove l’esercito russo è stato autore, a dar retta ai molti reportage, di veri e propri massacri indiscriminati, sui quali, però, non è stato acceso non dico un faro, ma neanche un cerino. E da quel che si capisce (poco, per la verità) stanno cercando di replicare in Ucraina i “buoni risultati” ottenuti su quel disgraziato scacchiere mediorientale. Erano (e sono) tutti pezzi di un medesimo puzzle che aveva (e ha) come obbiettivo d’indebolire la convivenza europea fino a demolirla. Tatticismi di una strategia molto lucida, tesa a disarticolare la forza calma (e incompiuta) dell’unità europea.

Era tutto molto chiaro. Ma certo, non era neanche lontanamente immaginabile che si arrivasse a scatenare una guerra come questa. Adesso, abbiamo bisogno di rappresentanti politici capaci, onesti e abbastanza intelligenti da star lontano da certe sirene e da non farsi abbagliare dai soliti specchietti. Ma è anche il momento, per tutti quanti noi, di aprire bene gli occhi e alla svelta. Di stare concentrati sui temi. Lontani da quei talk show dove i commentatori sproloquiano su tutto e di tutto senza accorgersi di essere solo un intermezzo sciocco tra una pubblicità e un’altra. Abbiam bisogno di rimetterci in marcia, con umiltà e determinazione. Senza più concedere spazio a niente che non sia fondato e fondante.

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