L’economia varesina è ricca di produzioni di eccellenza. In molti campi: dalla meccanica alla chimica, dalla plastica alle macchine utensili. Non manca il settore alimentare con marchi storici, tra cui ne spicca uno di particolare successo: Lindt, il ramo italiano del grande gruppo svizzero leader mondiale di cioccolato premium, presente in oltre 120 paesi con 11 siti di produzione in Svizzera, Europa e Stati Uniti. In Italia la sede principale e lo stabilimento di produzione, con oltre 700 dipendenti, è a Induno Olona a fianco di un altro grande complesso produttivo, quella della Birra Poretti, ora di proprietà del grande gruppo danese Carlsberg.
In Italia la Lindt è presente grazie allo spirito imprenditoriale della famiglia Bulgheroni, che partendo da una fabbrica di caramelle prima ha ottenuto la licenza di produzione del cioccolato con il marchio Lindt, poi ha integrato l’azienda nel grande gruppo Lindt & Sprüngli attraverso un concambio di azioni. Antonio Bulgheroni, con i suoi figli, ha mantenuto tutti i poteri di gestione dell’unità produttiva di Induno Olona, come azionista e consigliere di amministrazione di Lindt, assicurando la continuità dell’azienda all’interno un grande gruppo industriale. Lo stabilimento varesino è peraltro notevolmente cresciuto negli ultimi anni e costituisce uno dei punti di forza della produzione del gruppo.
Anche grazie al suo ramo italiano i risultati Lindt & Sprüngli sono stati lo scorso anno particolarmente positivi superando le difficoltà che erano emerse nel 2020 per gli effetti della pandemia sui consumi di fascia alta. Le vendite di cioccolato sono salite a doppia cifra (+14,2%) a 4,59 miliardi di franchi svizzeri. L’utile netto è aumentato del 53,2% a 490,5 milioni. Per il 2022 il gruppo prevede una crescita tra il 6 e l’8%, una crescita limitata dagli effetti negativi degli aumenti di prezzo delle materie prime e dell’energia e dalle ripercussioni, peraltro difficilmente prevedibili, della guerra in Ucraina.
Il grande gruppo cioccolatiero ha alle sue spalle una storia di quasi duecento anni. Era il 1845 quando In una piccola pasticceria nel centro storico di Zurigo, David Sprüngli e suo figlio Rudolf Sprüngli-Ammann produssero la prima tavoletta di cioccolato nella Svizzera tedesca con un immediato successo e progressivi ampliamenti dell’attività.
Pochi anni dopo nel 1879 Rodolphe Lindt, figlio di un farmacista, aveva aperto una piccola pasticceria a Berna. E grazie ad una disattenzione un fine settimana di primavera vide la nascita del cioccolato Lindt, cremoso e morbido come lo conosciamo oggi. Rodolphe infatti aveva dimenticato accesa la macchina per rompere e mescolare i semi di cacao e il lunedì mattina, dopo quasi 60 ore di lavorazione, trovò un cioccolato tenerissimo e con un sapore del tutto nuovo.
Vent’anni dopo Johann Rudolf Sprüngli si offrì di acquistare la Lindt per ben 1,5 milioni di franchi d’oro, ma invece dell’acquisto nacque la partnership che dura tutt’ora in un gruppo multinazionale ad azionariato diffuso. Il principale azionista è infatti, con una quota del 20%, lo stesso Fondo pensioni del gruppo, mentre il secondo azionista con il 3,31% è il fondo sovrano della Norvegia.
Tra i punti forti della politica del gruppo c’è la sostenibilità sotto molti aspetti. Per esempio, riducendo il tenore dello zucchero nel cioccolato e adottando modelli di packaging completamente riciclabili.
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